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giovedì 3 luglio 2025

BEATO PIER GIORGIO FRASSATI


 

5 commenti:

  1. PREGHIERA
    Signore Gesù,
    donaci il coraggio di volare in alto,
    di fuggire la tentazione della mediocrità e della banalità;
    rendici capaci, come Pier Giorgio,
    di aspirare alle cose più grandi
    con la sua tenacia e la sua costanza
    e di accogliere con gioia il tuo invito alla santità.
    Liberaci dalla paura di non riuscirci
    o dalla falsa modestia di non esservi chiamati.
    Concedici la grazia,
    che Ti domandiamo per l’intercessione di Pier Giorgio
    e la forza per proseguire con fedeltà
    sulla via che conduce “verso l’alto”.
    Per Gesù Cristo nostro Signore. Amen.

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  2. LA FEDE
    E' un atto che si spinge fin nel nucleo della persona:paragonabile ad un si definitivo di un grande amore.
    E'per questo che la fede può e dev'essere definta anche grazia : come l'Amore,essa è in ultima istanza un dono, una grazia che capita all'uomo.
    Essa non è semplcemente un'opzione: essa si attesta come una risposta e perciò è in primo luogo debitrice nei confronti di ciò che viene a me dall'altra persona....
    Analogamente la Fede è un si a Dio in Gesù Cristo che mi guarda, dischiude il mio essere e mi concede di affidarmi a Lui definitivamente. La fede attinge ciò che di più personale e di più intimo esiste, e così rispondo alla persona di Gesù Cristo , che mi chiama per nome.
    Ma proprio perché la fede è un atto totalmente personale essa non ha niente di esclusivo e di strettamente riservato, ma introduce in una comunione
    La persona di Gesù Cristo mi si dà a riconoscere nelle Sue Parole e nelle Sue Azioni.
    (Benedetto xvi)

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  3. Antifona
    Popoli tutti, battete le mani!
    Acclamate Dio con grida di gioia. (Sal 46,2)

    Colletta
    O Dio, che ci hai reso figli della luce
    con il tuo Spirito di adozione,
    fa’ che non ricadiamo nelle tenebre dell’errore,
    ma restiamo sempre luminosi
    nello splendore della verità.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Isacco amò Rebecca e trovò conforto dopo la morte della madre.
    Dal libro della Gènesi
    Gn 23,1-4.19;24,1-8.62-67

    Gli anni della vita di Sara furono centoventisette: questi furono gli anni della vita di Sara. Sara morì a Kiriat-Arbà, cioè Ebron, nella terra di Canaan, e Abramo venne a fare il lamento per Sara e a piangerla.
    Poi Abramo si staccò dalla salma e parlò agli Ittiti: «Io sono forestiero e di passaggio in mezzo a voi. Datemi la proprietà di un sepolcro in mezzo a voi, perché io possa portar via il morto e seppellirlo». Abramo seppellì Sara, sua moglie, nella caverna del campo di Macpela di fronte a Mamre, cioè Ebron, nella terra di Canaan.
    Abramo era ormai vecchio, avanti negli anni, e il Signore lo aveva benedetto in tutto. Allora Abramo disse al suo servo, il più anziano della sua casa, che aveva potere su tutti i suoi beni: «Metti la mano sotto la mia coscia e ti farò giurare per il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che non prenderai per mio figlio una moglie tra le figlie dei Cananei, in mezzo ai quali abito, ma che andrai nella mia terra, tra la mia parentela, a scegliere una moglie per mio figlio Isacco».
    Gli disse il servo: «Se la donna non mi vuol seguire in questa terra, dovrò forse ricondurre tuo figlio alla terra da cui tu sei uscito?». Gli rispose Abramo: «Guàrdati dal ricondurre là mio figlio! Il Signore, Dio del cielo e Dio della terra, che mi ha preso dalla casa di mio padre e dalla mia terra natia, che mi ha parlato e mi ha giurato: “Alla tua discendenza darò questa terra”, egli stesso manderà il suo angelo davanti a te, perché tu possa prendere di là una moglie per mio figlio. Se la donna non vorrà seguirti, allora sarai libero dal giuramento a me fatto; ma non devi ricondurre là mio figlio».
    [Dopo molto tempo] Isacco rientrava dal pozzo di Lacai-Roì; abitava infatti nella regione del Negheb. Isacco uscì sul far della sera per svagarsi in campagna e, alzando gli occhi, vide venire i cammelli. Alzò gli occhi anche Rebecca, vide Isacco e scese subito dal cammello. E disse al servo: «Chi è quell’uomo che viene attraverso la campagna incontro a noi?». Il servo rispose: «È il mio padrone». Allora ella prese il velo e si coprì. Il servo raccontò a Isacco tutte le cose che aveva fatto. Isacco introdusse Rebecca nella tenda che era stata di sua madre Sara; si prese in moglie Rebecca e l’amò. Isacco trovò conforto dopo la morte della madre.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 105 (106)

    R. Rendete grazie al Signore, perché è buono.

    Rendete grazie al Signore, perché è buono,
    perché il suo amore è per sempre.
    Chi può narrare le prodezze del Signore,
    far risuonare tutta la sua lode? R.

    Beati coloro che osservano il diritto
    e agiscono con giustizia in ogni tempo.
    Ricòrdati di me, Signore, per amore del tuo popolo. R.

    Visitami con la tua salvezza,
    perché io veda il bene dei tuoi eletti,
    gioisca della gioia del tuo popolo,
    mi vanti della tua eredità. R.

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    Risposte
    1. Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
      e io vi darò ristoro, dice il Signore. (Mt 11,28)

      Alleluia.

      Vangelo
      Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Misericordia io voglio e non sacrifici.
      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 9,9-13

      In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
      Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
      Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

      Parola del Signore.

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  4. PAROLE DEI PAPI
    "Voglio l’amore e non il sacrificio, / la conoscenza di Dio più degli olocausti" (Os 6,6). Si tratta di una parola-chiave, una di quelle che ci introducono nel cuore della Sacra Scrittura. Il contesto, in cui Gesù la fa propria, è la vocazione di Matteo, di professione "pubblicano", vale a dire esattore delle tasse per conto dell’autorità imperiale romana: per ciò stesso, egli veniva considerato dai Giudei un pubblico peccatore. Chiamatolo proprio mentre era seduto al banco delle imposte – illustra bene questa scena un celeberrimo dipinto del Caravaggio –, Gesù si recò a casa di lui con i discepoli e si pose a mensa insieme con altri pubblicani. Ai farisei scandalizzati rispose: "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati… Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori" (Mt 9,12-13). L’evangelista Matteo, sempre attento al legame tra l’Antico e il Nuovo Testamento, a questo punto pone sulle labbra di Gesù la profezia di Osea: "Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio". (…) Questa parola di Dio è giunta a noi, attraverso i Vangeli, come una delle sintesi di tutto il messaggio cristiano: la vera religione consiste nell’amore di Dio e del prossimo. Ecco ciò che dà valore al culto e alla pratica dei precetti. (Benedetto XVI - Angelus, domenica, 8 giugno 2008)
    -----“Dall'orizzonte infinito del Suo Amore, infatti, Dio ha voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha preso un Corpo e un Cuore , così che noi possiamo contemplare e incontrare l'infinito nel finito, il Mistero Invisibile e ineffabile del Cuore di Gesù, il Nazareno.. Nella Mia prima Enciclica “Deus Caritas est” sul tema dell'Amore, il punto di partenza è stato proprio lo sguardo rivolto al Costato trafitto di Cristo , di cui ci parla Giovanni nel suo Vangelo.
    Ogni persona ha bisogno di un “centro” della propria vita, di una sorgente di verità e di bontà a cui attingere nell'avvicendarsi delle diverse situazioni e nella fatica della quotidianità.
    Ognuno di noi, quando si ferma in silenzio, ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore, ma, più in profondità il pulsare di una presenza affidabile, percepibile con i sensi della Fede e tuttavia molto più reale : La presenza di Cristo , Cuore del mondo.
    Invito pertanto a rinnovare la propria devozione al Cuore di Cristo.(BENEDETTO XVI )

    PAPA FRANCESCO - “E' la Festa dell'Amore di Dio, di Gesù Cristo : è l'Amore di Dio per noi e Amore di Dio in noi”. Un'altra verità che la Festa del Sacro Cuore ci ricorda si ricava dalla prima lettera di S. Giovanni (4,7-16)
    “Dio ci ha amati per primo, Lui è sempre prima di noi,
    Lui ci aspetta. “
    Quindi ”Quando noi arriviamo Lui c'è, quando noi Lo cerchiamo, Lui ci ha cercati per primo ; Lui è sempre avanti a noi, ci aspetta per riceverci nel Suo Cuore, nel Suo Amore”(27/6/14).
    “Il Signore ci guarda sempre con Misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con Misericordia, ci attende con Misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un Cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona1 E' Pura Misericordia! Andiamo da Gesù! (9/6/13).
    “Nella sensibilità di Cristo Risorto che conserva le Sue piaghe, non solo nei piedi e nelle mani, ma nel Suo Cuore che è un Cuore Piagato, troviamo il giusto senso del peccato e della Grazia. Lì, nel Cuore Piagato.
    Si assomigliano il nostro cuore e il Suo, per il fatto che entrambi sono piagati e risuscitati. Però sappiamo che il Suo era puro Amore e venne piagato perché accettò di essere vulnerato ; il nostro cuore, invece, era pura piaga, che venne sanata perchè accettò di essere amata ; in quell'accettazione si forma il ricettacolo della Misericordia “ (2/6/16).

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