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giovedì 25 settembre 2025

SANTI MEDICI COSMA E DAMIANO, MARTIRI


 

5 commenti:

  1. Antifona
    Esultano in cielo le anime dei santi,
    che hanno seguito le orme di Cristo;
    per suo amore hanno effuso il proprio sangue,
    ora con Cristo gioiscono per sempre.

    Oppure:

    Hanno effuso per il Signore il loro sangue:
    hanno amato Cristo nella vita,
    lo hanno imitato nella morte;
    per questo hanno meritato la corona trionfale.

    Colletta
    Ti glorifichi la Chiesa, Signore,
    nel santo ricordo dei martiri Cosma e Damiano;
    tu che hai dato loro la corona della gloria,
    nella tua provvidenza
    concedi a noi il conforto della loro protezione.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Ancora un po’ di tempo e io riempirò questa casa della mia gloria.
    Dal libro del profeta Aggèo
    Ag 1,15b- 2,9

    L’anno secondo del re Dario, il ventuno del settimo mese, per mezzo del profeta Aggèo fu rivolta questa parola del Signore:
    «Su, parla a Zorobabele, figlio di Sealtièl, governatore della Giudea, a Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote, e a tutto il resto del popolo, e chiedi: Chi rimane ancora tra voi che abbia visto questa casa nel suo primitivo splendore? Ma ora in quali condizioni voi la vedete? In confronto a quella, non è forse ridotta a un nulla ai vostri occhi?
    Ora, coraggio, Zorobabele – oracolo del Signore –, coraggio, Giosuè, figlio di Iosadàk, sommo sacerdote; coraggio, popolo tutto del paese – oracolo del Signore – e al lavoro, perché io sono con voi – oracolo del Signore degli eserciti –, secondo la parola dell’alleanza che ho stipulato con voi quando siete usciti dall’Egitto; il mio spirito sarà con voi, non temete.
    Dice infatti il Signore degli eserciti: Ancora un po’ di tempo e io scuoterò il cielo e la terra, il mare e la terraferma. Scuoterò tutte le genti e affluiranno le ricchezze di tutte le genti e io riempirò questa casa della mia gloria, dice il Signore degli eserciti. L’argento è mio e mio è l’oro, oracolo del Signore degli eserciti. La gloria futura di questa casa sarà più grande di quella di una volta, dice il Signore degli eserciti; in questo luogo porrò la pace». Oracolo del Signore degli eserciti.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 42 (43)

    R. Spera in Dio, salvezza del mio volto e mio Dio.

    Fammi giustizia, o Dio,
    difendi la mia causa contro gente spietata;
    liberami dall’uomo perfido e perverso. R.

    Tu sei il Dio della mia difesa:
    perché mi respingi?
    Perché triste me ne vado,
    oppresso dal nemico? R.

    Manda la tua luce e la tua verità:
    siano esse a guidarmi,
    mi conducano alla tua santa montagna,
    alla tua dimora. R.

    Verrò all’altare di Dio,
    a Dio, mia gioiosa esultanza.
    A te canterò sulla cetra,
    Dio, Dio mio. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
    e dare la propria vita in riscatto per molti. (Mc 10,45)

    Alleluia.

    Vangelo
    Tu sei il Cristo di Dio. Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 9,18-22

    Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
    Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio».
    Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo - disse - deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

    Parola del Signore.

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  2. Le Parole dei Papi
    Nei Vangeli sinottici la confessione di Pietro è sempre seguita dall’annuncio da parte di Gesù della sua prossima passione. Un annuncio di fronte al quale Pietro reagisce, perché non riesce ancora a capire. Eppure si tratta di un elemento fondamentale, su cui perciò Gesù insiste con forza. Infatti, i titoli attribuiti a Lui da Pietro – tu sei "il Cristo", "il Figlio del Dio vivente" – si comprendono autenticamente solo alla luce del mistero della sua morte e risurrezione. Ed è vero anche l’inverso: l’avvenimento della Croce rivela il suo senso pieno soltanto se "quest’uomo", che ha patito ed è morto in croce, "era veramente Figlio di Dio", per usare le parole pronunciate dal centurione dinanzi al Crocifisso (cfr Mc 15,39). Questi testi dicono chiaramente che l’integrità della fede cristiana è data dalla confessione di Pietro, illuminata dall’insegnamento di Gesù sulla sua "via" verso la gloria, cioè sul suo modo assolutamente singolare di essere il Messia e il Figlio di Dio. Una "via" stretta, un "modo" scandaloso per i discepoli di ogni tempo, che inevitabilmente sono portati a pensare secondo gli uomini e non secondo Dio (cfr Mt 16,23). Anche oggi, come ai tempi di Gesù, non basta possedere la giusta confessione di fede: è necessario sempre di nuovo imparare dal Signore il modo proprio in cui egli è il Salvatore e la via sulla quale dobbiamo seguirlo.
    (Papa Benedetto XVI - Omelia nella Messa della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, 29 giugno 2007)
    Forse noi pensiamo, ognuno di noi può pensare: "E a me, a me cosa accadrà? Come sarà la mia Croce?". Non sappiamo. Non sappiamo, ma ci sarà! Dobbiamo chiedere la grazia di non fuggire dalla Croce quando verrà: con paura, eh! Quello è vero! Quello ci fa paura. Ma la sequela di Gesù finisce là. Mi vengono in mente le ultime parole che Gesù ha detto a Pietro, in quella incoronazione pontificia nel Tiberiade: "Mi ami? Pasci! Mi ami? Pasci!"… Ma le ultime parole erano quelle: "Ti porteranno dove tu non vuoi andare!". La promessa della Croce.
    (P. Francesco Omelia da Santa Marta, 28 settembre 2013)
    È una domanda che possiamo farci anche noi: cosa dice la gente di Gesù? In genere cose belle: molti lo vedono come un grande maestro, come una persona speciale: buona, giusta, coerente, coraggiosa… Ma questo basta per capire chi è, e soprattutto basta a Gesù? Sembra di no. Se Egli fosse solo un personaggio del passato (…) sarebbe solo un bel ricordo di un tempo che fu. E questo a Gesù non va. Perciò, subito dopo, il Signore pone ai discepoli la domanda decisiva: «Ma voi – voi! –, chi dite che io sia?» (v. 15). Chi sono io per voi, adesso? Gesù non vuole essere un protagonista della storia, ma vuole essere protagonista del tuo oggi, del mio oggi; non un profeta lontano: Gesù vuole essere il Dio vicino! Cristo, fratelli e sorelle, non è un ricordo del passato, ma il Dio del presente. Se fosse solo un personaggio storico, imitarlo oggi sarebbe impossibile: ci troveremmo davanti al grande fossato del tempo e soprattutto di fronte al suo modello, che è come una montagna altissima e irraggiungibile. (…) Invece Gesù è vivo: ricordiamo questo, Gesù è vivo, Gesù vive nella Chiesa, vive nel mondo, Gesù ci accompagna, Gesù è al nostro fianco, ci offre la sua Parola, ci offre la sua grazia, che illuminano e ristorano nel cammino.
    (P. Francesco Angelus, 27 agosto 2023)

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    1. SS:COSMA E DAMIANO _ Non si conosce né la data, né il motivo del loro martirio, ma i primi riferimenti riferiscono di Cirro, in Siria, il cui Vescovo Teodoreto di Cirro ( +458), li chiama "atleti illustri e martiri generosi".
      Una Basilica costruita in quel luogo fu il centro da cui si diffuse per tutto il mondo il loro culto. Essi erano due gemelli che professavano la professione di medici senza ricevere compensi e professavano apertamente la loro fede, con la carità che li distingueva, per cui furono perseguitati , arrestati, torturati e decapitati.
      La loro chiesa principale, a Costantinopoli era sede in cui i malati passavano la notte, e dormendo, in sogno, ricevevano le cure dei Santi che li curavano con unguenti o medicamenti . Avvenivano qui grandi miracoli che furono paragonati alla potenza della guarigione nella piscina di Betsaida, a Gerusalemme che avveniva una volta all'anno. Cosma e Damiano sono i patroni, con S. Luca e S. Pantaleone, dei medici , e sono invocati protettori degli ospedali, dei farmacisti, dei chirurghi, dentisti e contro malattie varie , anche dei bambini.

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  3. FAUSTI - Si conclude il discorso sull'ascolto della Parola di Misericordia, mostrandone il frutto . Ci rende madre e fratelli di Gesù, generatori e consanguinei di Colui che è la Parola, il Figlio Unigenito del Padre.
    Entriamo nel numero dei discepoli, che conoscono i misteri (v 10), siamo terreno fertile (v 15). Diventiamo “madre” in quanto,accogliendo la Parola come Maria ,lo Spirito ce La fa concepire; fratelli, in quanto, facendo la Parola, siamo come Lui, ascoltatore e Figlio del Padre.
    L'ascolto operativo ci fa entrare in seno alla Trinità e partecipare con Gesù al mistero del Suo rapporto col Padre.
    L'appartenenza alla famiglia di Gesù non si fonda su privilegi di sangue riservati a pochi : è aperta a tutti, perché fondata sull'accoglienza della Parola.
    Maria è prototipo del vero discepolo e della Chiesa.
    Essa è beata perché crede (1,45) e la Sua vera maternità consiste nell'essere “ascoltatrice e fattrice della Parola”.
    Essa rappresenta il passaggio pasquale che Luca propone al lettore già battezzato : già appartiene a Cristo – è uno dei suoi per sempre!- e, come Maria, desidera avvicinarsi a Lui per “vederlo”.
    L'importante non è essere tra coloro che mangiano e bevono al Suo cospetto, bensì passare come Lei da una parentela fisica a una fondata sull'ascolto e la pratica della Parola.
    “Anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non Lo conosciamo più così”, bensì secondo lo Spirito (2 Cor 5,16), che ci fa compiere la Volontà del Padre, diventando figli Suoi, fratelli del Figlio.
    Davvero, come disse Paolo citando un poeta greco : di Dio “stirpe noi siamo”.
    La Sua esistenza nel mondo è affidata a noi, fino a che Lui sarà tutto in tutti (1Cor 15,28).
    Per tre volte si nominano “madre e fratelli”, indicati come i “suoi” dal cronista : chiaramente questa maternità/ fraternità è fondata sull'ascolto fecondo della Parola.
    La Parola di Dio è il seme (v 11) che genera , come ogni altro seme, secondo la propria specie.
    I cristiani , infatti, sono “rigenerati da un seme non corruttibile, ma immortale, cioè dalla Parola di Dio Viva ed Eterna” (1 Pt 1,23).
    In questi versetti Luca lascia risuonare in piena scioltezza tutti i temi della prima parte del Vangelo e intona quelli della seconda, concludendo quanto è stato aperto e accennando quanto sarà svolto. Infatti si risponde alla domanda . “Chi è costui?” in modo definitivo e da tutti i punti di vista – gente, discepoli, Gesù , il Padre. Contemporaneamente si è introdotti nella conoscenza dell'enigma..Con il primo annuncio della Passione comincia ciò che si compirà sulla Croce.
    Luca omette l'indicazione topografica, Cesarea di Filippo, l unico luogo geografico che interessa da qui in poi è Gerusalemme.Aggiunge invece il luogo teologico da cui ha inizio il cammino, la sua sorgente : “ l'essere in preghiera”.
    Come dopo il Battesimo, prima di “battezzarsi nella realtà umana, così qui Lo vediamo in preghiera , prima di battezzarsi, immergersi, nella Volontà del Padre.
    La preghiera è il luogo solitario e intimo dell'Amore di Gesù verso il Padre, quell'Amore del quale è venuto a renderci partecipi. E' il luogo dove incontra tutti i fratelli appunto perchè presso il Padre.
    Questa preghiera nella solitudine col Padre, alla quale il Pane ci associa, è il luogo dove Lui ci interpella e si rivela.
    Fin'ora era l'uomo che si interrogava su Gesù e Lo interrogava.
    Ora è Lui stesso che prende l'iniziativa.
    Qui cessa la nostra domanda , per ascoltare la Sua. Egli esige la nostra risposta.
    Solo se Gli rispondiamo, inizia il dialogo ed Egli risponde.
    I discepoli son chiamati “voi” in netta distinzione dalla folla.
    Il “voi” è ecclesiale, la risposta a questa domanda fa la Chiesa.
    Pietro risponde, esprimendo la fede della Chiesa.

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    1. La sua risposta riconosce in Gesù il Cristo il Messia atteso, Colui che deve venire secondo la promessa di Dio. Anche se dice “di Dio” la sua attesa in realtà è ancora più secondo i desideri dell'uomo che secondo la promessa di Dio.
      Ma Dio compie la Sua promessa, , non i nostri desideri!Egli infatti non è l'atteso dall'uomo.
      E' il Cristo che viene da Dio e torna a Dio e porta con Sé noi a Lui.
      I discepoli non possono svelare la Sua messianicità senza la correzione che Lui vi apporta con la Sua Morte e Resurrezione.
      Il Mistero della croce come Via alla Vita è lo specifico della Sua Messianicità, il “pensiero di Dio” contrapposto al “pensiero dell'uomo”.
      I discepoli lo capiranno lentamente, e solo dopo la Pasqua!
      Le tentazioni , che Gesù ha affrontato per Sé nel deserto e vincerà sulla Croce, ora sono nel cuore dei discepoli e della chiesa, nel tempo che va dal Battesimo alla Gloria. Per questo la parola della Croce deve sempre esorcizzare la Chiesa da ogni falso Messianismo.
      Gesù qui rivela il Mistero del pensiero di Dio che l'uomo non può pensare né accettare.
      Il problema non è ormai più che Gesù sia il Cristo di Dio , ma “come” lo sia.Egli è “di Dio” proprio perchè non salva Se stesso , ma perde e dona Se stesso per noi.
      Questa è la Via della gloria, l'esperienza di Gesù che la Chiesa ha nel Pane spezzato.
      Il “bisogna” indica il compimento della Volontà di Dio, rivelata nella Scrittura.
      Tale Volontà non è un arbitrio capriccioso : deve morire in Croce per noi , perchè ci ama e noi siamo sulla croce!
      La sofferenza del Servo che ama il Padre e i fratelli è il mistero di Gesù.
      La croce è il nostro male che Lui si addossa perchè ci vuole bene .
      È il Suo perdersi per salvarci.
      La Sua sofferenza è prodotta da tutte quelle forme di male che noi, nella nostra paura , abbiamo escogitato per salvarci.

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