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lunedì 2 settembre 2024

SAN GREGORIO MAGNO, PAPA e DOTTORE DELLA CHIESA


 

3 commenti:

  1. Prima Lettura Ez 34, 11-16
    Come un pastore passa in rassegna il suo gregge, il Signore passa in rassegna le sue pecore.

    Dal libro del profeta Ezechiele
    Così dice il Signore Dio: «Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
    Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte le praterie della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia».

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
    Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

    Su pascoli erbosi mi fa riposare,
    ad acque tranquille mi conduce.
    Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
    per amore del suo nome.

    Se dovessi camminare in una valle oscura,
    non temerei alcun male, perché tu sei con me.
    Il tuo bastone e il tuo vincastro
    mi danno sicurezza.

    Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici;
    cospargi di olio il mio capo.
    Il mio calice trabocca.

    Felicità e grazia mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

    Canto al Vangelo Cf 1 Pt 2,25
    Alleluia, alleluia.
    Eravate come pecore smarrite, ma ora siete tornati
    al grande pastore e custode delle vostre anime.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 10, 11-16
    Il buon pastore offre la vita per le pecore.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
    Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.
    E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore».

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  2. FAUSTI -Gesù diceva che il ladro / brigante non passa dalla porta , ora dice : Io-sono la porta , attraverso la quale le pecore possono uscire in libertà e raggiungere la vita.
    Lui stesso, Parola diventata carne, è la Porta tra terra e cielo.
    La porta è dove il muro della prigione è rotto. Chi è chiuso dentro può uscire ; se non vuol uscire,
    brilla comunque ai suoi occhi la luce del giorno. La salvezza non è entrare nel tempio come pecore da macello, ma uscire con lui per entrare in lui, il Figlio, che ci dà la vita e in abbondanza.
    Egli è infatti l'intelligenza amorosa del Padre , salva la nostra umanità , aprendola alla luce della sua verità.
    Lui stesso è infatti il pascolo del gregge, il vero Pane di Vita (6,33-35) che soddisfa ogni fame e sete
    Ora GESU' fa vedere il suo modo di essere Pastore : espone la sua vita a favore delle pecore. Più avanti dirà anche che dispone e depone per loro la sua vita.
    E' la bellezza dell'amore che si mostra in azione!
    Per il pastore le pecore sono sue : gli appartengono e ne ha cura come della propria vita. Il mercenario , invece, è preoccupato del suo salario : le pecore sono a servizio della sua vita, non lui della loro. Per questo non si es-pone : agisce per vile interesse . Nel momento del pericolo fugge da chi lo ha seguito
    Il lupo, nemico tradizionale del gregge, rappresenta le forze ostili del male.
    Gesù stesso ha mandato i suoi discepoli come agnelli in mezzo ai lupi.
    Davanti ai lupi, che hanno appena rinnovato la decisione di ucciderlo, ( 8, 59) Gesù non abbandona i suoi e non fugge. Difende le pecore perchè gli interessano, le ha a cuore perchè le ha nel cuore.
    Gesù dopo aver parlato del Pastore Bello in termini di coraggio, che gli fa esporre la propria vita, ora dice cosa “dispone” a favore delle sue pecore mette a loro disposizione la sua stessa vita, che è la conoscenza e l'amore del Padre. C'è una conoscenza,un'intimità, un amore reciproco tra Pastore e pecore. Chiama ciascuna per nome : “Ti ho chiamato per nome ; tu mi appartieni....sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo” (IS.43,1-4) Il rapporto di conoscenza e amore che c'è tra Gesù e ciascuno di noi è il medesimo che c'è tra il Padre e Lui : “ Come il Padre amò me, così io amai voi” (15,19). L'amore reciproco tra Padre e Figlio, il mistero che è la loro stessa vita,
    è il medesimo che circola tra noi e Lui.
    Egli dis-pone della propria vita a favore delle pecore . La mette a loro disposizione, la offre loro.
    Ci sono anche altre pecore che non sono di questo recinto. “Questo recinto” è quello del tempio, in cui sta Israele. Ci sono altri “recinti” religiosi o laici , che tengono schiavo l'uomo.
    Il Figlio ha fratelli non solo nel popolo di Dio, ma dovunque : tutto è stato fatto per mezzo di Lui, luce e vita di ogni uomo, che è figlio nel Figlio.
    Per questo il Padre ama il mondo (3,16) e il Figlio , salvatore (4,42) e luce del mondo (8,12), sarà innalzato non solo per radunare tutti i dispersi di Israele, ma per tutti i popoli.
    Gesù vuol condurre anche questi alla libertà.
    Il cristianesimo è di sua natura universale ( cattolico) : non esclude nessuno. Se si esclude qualcuno, si rinnega il Padre, che ama ciascuno, e il Figlio, che è come il Padre.
    Lo stesso concetto di “missione” non ha nulla a che fare con il proselitismo . È la spinta interiore del Figlio verso i fratelli. Gesù depone la sua vita volontariamente. Il suo non è un morire, ma un realizzare la propria esistenza come dono totale d'amore : più forte della morte è l'amore (Ct. 8, 6).
    Il suo deporre la vita ha come fine il riceverla di nuovo .
    Gesù, dando la sua vita, la riceve in pienezza : è uguale al Padre , perchè non solo si sa amato, ma ama i fratelli con il suo stesso amore.
    In Lui la vita diventa ciò che è : circolazione viva d'amore, dono ricevuto e dato.
    Per questo è il Figlio diletto, compimento perfetto dell'Amore del Padre.

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  3. Vero culto a Dio è uscire dal proprio io! S. Gregorio Magno aiutaci Tu!

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