Antifona Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, mi ha mandato ad annunciare ai poveri il lieto messaggio e a risanare chi ha il cuore affranto. (Cf. Lc 4,18)
Colletta O Dio, che per il servizio ai poveri e la formazione dei tuoi ministri hai ricolmato di virtù apostoliche il santo presbitero Vincenzo [de’ Paoli], fa’ che, animati dal suo stesso spirito, amiamo ciò che egli ha amato e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Io vengo ad abitare in mezzo a te. Dal libro del profeta Zaccarìa Zc 2,5-9.14-15a
Alzai gli occhi, ed ecco un uomo con una fune in mano per misurare. Gli domandai: «Dove vai?». Ed egli: «Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza». Allora l’angelo che parlava con me uscì e incontrò un altro angelo, che gli disse: «Corri, va’ a parlare a quel giovane e digli: “Gerusalemme sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Io stesso – oracolo del Signore – le farò da muro di fuoco all’intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa”. Rallégrati, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te. Oracolo del Signore. Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore e diverranno suo popolo, ed egli dimorerà in mezzo a te».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Ger 31,10-12b.13
R.Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.
Ascoltate, genti, la parola del Signore, annunciatela alle isole più lontane e dite: «Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come un pastore il suo gregge». R.
Perché il Signore ha riscattato Giacobbe, lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui. Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion, andranno insieme verso i beni del Signore. R.
La vergine allora gioirà danzando e insieme i giovani e i vecchi. «Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni». R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. (Cf. 2Tm 1,10)
Alleluia.
Vangelo Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento. Dal Vangelo secondo Luca Lc 9,43b-45
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
La paura è una dimensione naturale della vita. Fin da piccoli si sperimentano forme di paura che si rivelano poi immaginarie e scompaiono; altre successivamente ne emergono, che hanno fondamenti precisi nella realtà: queste devono essere affrontate e superate con l’impegno umano e con la fiducia in Dio. Ma vi è poi, oggi soprattutto, una forma di paura più profonda, di tipo esistenziale, che sconfina a volte nell’angoscia: essa nasce da un senso di vuoto, legato a una certa cultura permeata da diffuso nichilismo teorico e pratico. Di fronte all’ampio e diversificato panorama delle paure umane, la Parola di Dio è chiara: chi "teme" Dio "non ha paura". Il timore di Dio, che le Scritture definiscono come "il principio della vera sapienza", coincide con la fede in Lui, con il sacro rispetto per la sua autorità sulla vita e sul mondo. Essere "senza timor di Dio" equivale a mettersi al suo posto, a sentirsi padroni del bene e del male, della vita e della morte. Invece chi teme Dio avverte in sé la sicurezza che ha il bambino in braccio a sua madre (cfr Sal 130,2): chi teme Dio è tranquillo anche in mezzo alle tempeste, perché Dio, come Gesù ci ha rivelato, è Padre pieno di misericordia e di bontà. Chi lo ama non ha paura (…). (Benedetto XVI - Angelus, 22 giugno 2008) Forse noi pensiamo, ognuno di noi può pensare: "E a me, a me cosa accadrà? Come sarà la mia Croce?". Non sappiamo. Non sappiamo, ma ci sarà! Dobbiamo chiedere la grazia di non fuggire dalla Croce quando verrà: con paura, eh! Quello è vero! Quello ci fa paura. Ma la sequela di Gesù finisce là. Mi vengono in mente le ultime parole che Gesù ha detto a Pietro, in quella incoronazione pontificia nel Tiberiade: "Mi ami? Pasci! Mi ami? Pasci!"… Ma le ultime parole erano quelle: "Ti porteranno dove tu non vuoi andare!". La promessa della Croce. (P. FRANCESCO Omelia da Santa Marta, 28 settembre 2013) Per i discepoli – ma anche per noi! – la croce è una cosa scomoda, la croce è uno “scandalo”, mentre Gesù considera “scandalo” il fuggire dalla croce, che vorrebbe dire sottrarsi alla volontà del Padre, alla missione che Lui gli ha affidato per la nostra salvezza. Succede a tutti noi! Nei momenti di devozione, di fervore, di buona volontà, di vicinanza al prossimo, guardiamo Gesù e andiamo avanti; ma nei momenti in cui viene incontro la croce, fuggiamo. Il diavolo, ci tenta. È proprio del cattivo spirito, è proprio del diavolo allontanarci dalla croce, dalla croce di Gesù. La croce è segno santo dell’Amore di Dio, è segno del Sacrificio di Gesù, e non va ridotta a oggetto scaramantico oppure a monile ornamentale. Ogni volta che fissiamo lo sguardo sull’immagine di Cristo crocifisso, pensiamo che Lui, come vero Servo del Signore, ha realizzato la sua missione dando la vita, versando il suo sangue per la remissione dei peccati. Di conseguenza, se vogliamo essere suoi discepoli, siamo chiamati a imitarlo, spendendo senza riserve la nostra vita per amore di Dio e del prossimo. (PAPA FRANCESCO Angelus, 30 agosto 2020)
FAUSTI – Ora Gesù ribadisce quello che è il centro della fede, che i discepoli non devono dimenticare. Solo così possono vincere il male e riportare al piano la Gloria del Monte Tabor. Pur essendo il secondo annuncio esplicito della Morte di Gesù, i discepoli non comprendono ciò che dice. Anzi, hanno una reazione di chiusura, dura e cosciente . Non capiscono, non vogliono capire e si guardano bene dal chiedere, in modo da continuare a non capire. E' un'incomprensione non solo inevitabile, ma anche voluta. Si chiudono nella sordità e nel mutismo. Questa incomprensione non muta il piano di Dio. Anzi, lo realizza! Infatti ci fa sentire della stessa stoffa del peccato del mondo e identifica noi discepoli con gli anziani , sommi sacerdoti e scribi, con tutti gli uomini increduli e perversi nelle cui mani il Figlio dell'uomo si consegna. Davanti alla nostra incredulità, Gesù ripropone la Parola della fede. Davanti alla nostra infedeltà. Egli rinnova la Sua Fedeltà. Davanti alla nostra sordità, egli rinnova la Sua Parola. C'è una corrispondenza biunivoca tra il nostro peccato, sordità al Suo Amore, e la Sua Parola, dichiarazione totale di Amore. Qui comincia l'esorcismo del discepolo, che continuerà nel Vangelo : la Parola, seminata nell'orecchio, a suo tempo, darà il suo frutto!.
S. VINCENZO DE' PAOLI - (1581-1660) Sacerdote che influì sul rinnovamento del cristianesimo , prendendo coscienza della miseria del suo tempo, con immensa energia e massima dedizione aiutava i bisognosi ed insegnava agli altri a fare altrettanto. S. Francesco di Sales fu il suo maestro spirituale . Fondò una congregazione di devoti che si alternavano per l'assistenza dei bisognosi in parrocchia , la prima Charité era composta dalle serve dei poveri , che si recavano presso le baracche , seguendo l' esempio del Santo , che insegnava a vedere Cristo nei poveri e a praticare la carità verso di loro, specie verso i bimbi abbandonati. Fondò anche la congregazione dei Lazzaristi, sacerdoti che dovevano occuparsi dei seminari e seguirlo nella evangelizzazione della gente , recandosi da un paese all'altro . Le Charité si moltiplicarono presso le dame nobili e anche presso le povere figlie di Charité che lavoravano presso i poveri delle parrocchie. Egli si dedicò alla formazione di molti sacerdoti , si oppose alla dottrina jansenista e venne riconosciuto come colui che cambiò il volto della Chiesa di quel tempo. Leone XIII lo nominò nel 1885 patrono universale di tutte le opere di carità. A proposito di lui, Papa Francesco ricorda: “San Vincenzo de Paoli ha generato uno slancio di carità che dura nei secoli” Egli disse : "La carità è l’anima delle virtù La carità quando dimora in un’anima occupa interamente tutte le sue potenze; nessun riposo; è un fuoco che agita continuamente: tiene sempre in esercizio, sempre in moto la persona una volta che ne è infiammata."
Antifona
RispondiEliminaLo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato
con l’unzione, mi ha mandato ad annunciare ai poveri il lieto messaggio
e a risanare chi ha il cuore affranto. (Cf. Lc 4,18)
Colletta
O Dio, che per il servizio ai poveri e la formazione
dei tuoi ministri hai ricolmato di virtù apostoliche
il santo presbitero Vincenzo [de’ Paoli],
fa’ che, animati dal suo stesso spirito,
amiamo ciò che egli ha amato
e mettiamo in pratica i suoi insegnamenti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Io vengo ad abitare in mezzo a te.
Dal libro del profeta Zaccarìa
Zc 2,5-9.14-15a
Alzai gli occhi, ed ecco un uomo con una fune in mano per misurare. Gli domandai: «Dove vai?». Ed egli: «Vado a misurare Gerusalemme per vedere qual è la sua larghezza e qual è la sua lunghezza».
Allora l’angelo che parlava con me uscì e incontrò un altro angelo, che gli disse: «Corri, va’ a parlare a quel giovane e digli: “Gerusalemme sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere. Io stesso – oracolo del Signore – le farò da muro di fuoco all’intorno e sarò una gloria in mezzo ad essa”.
Rallégrati, esulta, figlia di Sion,
perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te.
Oracolo del Signore.
Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore
e diverranno suo popolo,
ed egli dimorerà in mezzo a te».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Ger 31,10-12b.13
R.Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge.
Ascoltate, genti, la parola del Signore,
annunciatela alle isole più lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come un pastore il suo gregge». R.
Perché il Signore ha riscattato Giacobbe,
lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore. R.
La vergine allora gioirà danzando
e insieme i giovani e i vecchi.
«Cambierò il loro lutto in gioia,
li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni». R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo. (Cf. 2Tm 1,10)
Alleluia.
Vangelo
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 9,43b-45
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Parola del Signore.
PAROLE DEI PAPI
RispondiEliminaLa paura è una dimensione naturale della vita. Fin da piccoli si sperimentano forme di paura che si rivelano poi immaginarie e scompaiono; altre successivamente ne emergono, che hanno fondamenti precisi nella realtà: queste devono essere affrontate e superate con l’impegno umano e con la fiducia in Dio. Ma vi è poi, oggi soprattutto, una forma di paura più profonda, di tipo esistenziale, che sconfina a volte nell’angoscia: essa nasce da un senso di vuoto, legato a una certa cultura permeata da diffuso nichilismo teorico e pratico. Di fronte all’ampio e diversificato panorama delle paure umane, la Parola di Dio è chiara: chi "teme" Dio "non ha paura". Il timore di Dio, che le Scritture definiscono come "il principio della vera sapienza", coincide con la fede in Lui, con il sacro rispetto per la sua autorità sulla vita e sul mondo. Essere "senza timor di Dio" equivale a mettersi al suo posto, a sentirsi padroni del bene e del male, della vita e della morte. Invece chi teme Dio avverte in sé la sicurezza che ha il bambino in braccio a sua madre (cfr Sal 130,2): chi teme Dio è tranquillo anche in mezzo alle tempeste, perché Dio, come Gesù ci ha rivelato, è Padre pieno di misericordia e di bontà. Chi lo ama non ha paura (…).
(Benedetto XVI - Angelus, 22 giugno 2008)
Forse noi pensiamo, ognuno di noi può pensare: "E a me, a me cosa accadrà? Come sarà la mia Croce?". Non sappiamo. Non sappiamo, ma ci sarà! Dobbiamo chiedere la grazia di non fuggire dalla Croce quando verrà: con paura, eh! Quello è vero! Quello ci fa paura. Ma la sequela di Gesù finisce là. Mi vengono in mente le ultime parole che Gesù ha detto a Pietro, in quella incoronazione pontificia nel Tiberiade: "Mi ami? Pasci! Mi ami? Pasci!"… Ma le ultime parole erano quelle: "Ti porteranno dove tu non vuoi andare!". La promessa della Croce.
(P. FRANCESCO Omelia da Santa Marta, 28 settembre 2013)
Per i discepoli – ma anche per noi! – la croce è una cosa scomoda, la croce è uno “scandalo”, mentre Gesù considera “scandalo” il fuggire dalla croce, che vorrebbe dire sottrarsi alla volontà del Padre, alla missione che Lui gli ha affidato per la nostra salvezza. Succede a tutti noi! Nei momenti di devozione, di fervore, di buona volontà, di vicinanza al prossimo, guardiamo Gesù e andiamo avanti; ma nei momenti in cui viene incontro la croce, fuggiamo. Il diavolo, ci tenta. È proprio del cattivo spirito, è proprio del diavolo allontanarci dalla croce, dalla croce di Gesù. La croce è segno santo dell’Amore di Dio, è segno del Sacrificio di Gesù, e non va ridotta a oggetto scaramantico oppure a monile ornamentale. Ogni volta che fissiamo lo sguardo sull’immagine di Cristo crocifisso, pensiamo che Lui, come vero Servo del Signore, ha realizzato la sua missione dando la vita, versando il suo sangue per la remissione dei peccati. Di conseguenza, se vogliamo essere suoi discepoli, siamo chiamati a imitarlo, spendendo senza riserve la nostra vita per amore di Dio e del prossimo. (PAPA FRANCESCO Angelus, 30 agosto 2020)
FAUSTI – Ora Gesù ribadisce quello che è il centro della fede, che i discepoli non devono dimenticare. Solo così possono vincere il male e riportare al piano la Gloria del Monte Tabor.
RispondiEliminaPur essendo il secondo annuncio esplicito della Morte di Gesù, i discepoli non comprendono ciò che dice. Anzi, hanno una reazione di chiusura, dura e cosciente .
Non capiscono, non vogliono capire e si guardano bene dal chiedere, in modo da continuare a non capire. E' un'incomprensione non solo inevitabile, ma anche voluta.
Si chiudono nella sordità e nel mutismo.
Questa incomprensione non muta il piano di Dio. Anzi, lo realizza!
Infatti ci fa sentire della stessa stoffa del peccato del mondo e identifica noi discepoli con gli anziani , sommi sacerdoti e scribi, con tutti gli uomini increduli e perversi nelle cui mani il Figlio dell'uomo si consegna.
Davanti alla nostra incredulità, Gesù ripropone la Parola della fede. Davanti alla nostra infedeltà. Egli rinnova la Sua Fedeltà.
Davanti alla nostra sordità, egli rinnova la Sua Parola.
C'è una corrispondenza biunivoca tra il nostro peccato, sordità al Suo Amore, e la Sua Parola, dichiarazione totale di Amore.
Qui comincia l'esorcismo del discepolo, che continuerà nel Vangelo : la Parola, seminata nell'orecchio, a suo tempo, darà il suo frutto!.
S. VINCENZO DE' PAOLI - (1581-1660) Sacerdote che influì sul rinnovamento del cristianesimo , prendendo coscienza della miseria del suo tempo, con immensa energia e massima dedizione aiutava i bisognosi ed insegnava agli altri a fare altrettanto. S. Francesco di Sales fu il suo maestro spirituale . Fondò una congregazione di devoti che si alternavano per l'assistenza dei bisognosi in parrocchia , la prima Charité era composta dalle serve dei poveri , che si recavano presso le baracche , seguendo l' esempio del Santo , che insegnava a vedere Cristo nei poveri e a praticare la carità verso di loro, specie verso i bimbi abbandonati. Fondò anche la congregazione dei Lazzaristi, sacerdoti che dovevano occuparsi dei seminari e seguirlo nella evangelizzazione della gente , recandosi da un paese all'altro . Le Charité si moltiplicarono presso le dame nobili e anche presso le povere figlie di Charité che lavoravano presso i poveri delle parrocchie. Egli si dedicò alla formazione di molti sacerdoti , si oppose alla dottrina jansenista e venne riconosciuto come colui che cambiò il volto della Chiesa di quel tempo.
RispondiEliminaLeone XIII lo nominò nel 1885 patrono universale di tutte le opere di carità.
A proposito di lui, Papa Francesco ricorda: “San Vincenzo de Paoli ha generato uno slancio di carità che dura nei secoli” Egli disse :
"La carità è l’anima delle virtù
La carità quando dimora in un’anima occupa interamente tutte le sue potenze; nessun riposo; è un fuoco che agita continuamente: tiene sempre in esercizio, sempre in moto la persona una volta che ne è infiammata."