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venerdì 20 settembre 2024

SAN MATTEO APOSTOLO ED EVANGELISTA







3 commenti:


  1. Andate e predicate il Vangelo a tutte le genti,
    battezzatele e insegnate loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. (Cf. Mt 28,19-20)

    O Dio, che con ineffabile misericordia hai scelto san Matteo
    e da pubblicano lo hai costituito apostolo,
    sostienici con il suo esempio e la sua intercessione perché,
    seguendo te, possiamo aderire fermamente alla tua parola.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Cristo ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere evangelisti.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
    Ef 4,1-7.11-13

    Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
    Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
    A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 18 (19)
    R. Per tutta la terra si diffonde il loro annuncio.
    I cieli narrano la gloria di Dio,
    l’opera delle sue mani annuncia il firmamento.
    Il giorno al giorno ne affida il racconto
    e la notte alla notte ne trasmette notizia. R.

    Senza linguaggio, senza parole,
    senza che si oda la loro voce,
    per tutta la terra si diffonde il loro annuncio
    e ai confini del mondo il loro messaggio. R.


    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Noi ti lodiamo, Dio, ti proclamiamo Signore;
    ti acclama il coro degli apostoli.

    Alleluia.

    Vangelo
    Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 9.9-13

    In quel tempo, mentre andava via, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
    Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
    Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».

    Parola del Signore.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il mistero della Chiesa è il mistero del Corpo di Cristo: ‘Una sola fede, un solo Battesimo’, ‘un solo Dio Padre di tutti che è al di sopra di tutti’, opera ‘per mezzo di tutti ed è presente in tutti’: questa è l’unità che Gesù ha chiesto al Padre per noi e che noi dobbiamo aiutare a fare, questa unità, con il vincolo della pace. E il vincolo della pace cresce con l’umiltà, con la dolcezza, con il sopportarsi l’uno con l’altro, e con la magnanimità. (Omelia da Santa Marta, 21 ottobre 2016)

    È la prima condizione per essere salvato: sentirsi in pericolo; la prima condizione per essere guarito: sentirsi ammalato. E sentirsi peccatore, è la prima condizione per ricevere questo sguardo di misericordia. Ma pensiamo alla sguardo di Gesù, tanto bello, tanto buono, tanto misericordioso. E anche noi quando preghiamo sentiamo questo sguardo su di noi; è lo sguardo dell’amore, lo sguardo della misericordia, lo sguardo che ci salva. Non aver paura. (Santa Marta 21 settembre 2017)

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  2. FAUSTI - Gesù chiama tutti, ed è commensale con i peccatori non solo convertiti, come Matteo, ma anche con gli altri. Anche Matteo non fu chiamato perché convertito, ma si convertì perché chiamato.
    “Non venni a chiamare i giusti, ma i peccatori!”
    Dio non è legge, ma amore; non è sanzione e punizione, ma perdono e medicina.
    La nostra miseria è il nostro titolo ad accogliere Lui, Misericordia senza limiti.
    La commensalità con gli empi è sempre un problema.
    Gesù, invece, sta con noi, senza vergognarsi di chiamarsi nostro fratello.Egli odia il peccato e ama teneramente il peccatore perché sta male, anche se non lo sa.
    Noi al contrario siamo duri con i peccatori perché teneri con il male,che riteniamo bene.
    Detestiamo chi affama, perché amiamo il cibo e riteniamo male essere affamati. Dovremmo pregare di più per gli infelici affamatori che per gli affamati, che Gesù chiama “beati!”.
    Finché siamo duri con i peccatori, siamo conniventi con il peccato.
    Il peccato non esclude dal regno. Rappresenta anzi un privilegio in due sensi :
    Dio ama di più il peccatore, perché ha più bisogno, e anche il peccatore Lo amerà di più, perchè ha ricevuto maggior amore.
    Il malato, più è grave, più ha diritto del medico e maggiori sono i doveri di questi nei suoi confronti.
    Inoltre il suo peccato non gli impedisce l'esperienza di Dio, anzi, proprio in esso Lo chiama con il Suo vero nome che è Gesù, Dio-salva.
    Lui è il nostro medico proprio con il Suo essere con noi peccatori : la Sua vicinanza è la medicina.
    Matteo, sapendo di essere peccatore perdonato, accoglie tutti in casa sua, perchè i suoi fratelli sperimentino la stessa accoglienza del Padre che lui ha ricevuto dal Figlio.
    Appena il mio peccato non mi sta dinanzi, invece di ringraziare Dio, mi chiedo perchè ci sono i peccatori nella Chiesa? Perché il peccato è ancora tra noi e in noi? La domanda è sempre fatta dal fratello maggiore, che è in ciascuno di noi ; la risposta viene da Gesù con ciò che Lui ha fatto e detto.Il criterio è lasciare la risposta a Lui.
    La Chiesa non è fatta di giusti, ma di peccatori perdonati, sempre bisognosi di ricevere e dare perdono. I cristiani non vivono della propria giustizia, ma della “Sua grazia” : graziati dal Signore, usano grazia gli uni verso gli altri.
    “Andate a imparare cosa significa: Misericordia voglio e non sacrificio”: i farisei sono rimandati alla Scrittura, che contiene non solo la legge, ma anche l'annuncio del perdono.
    In Os.6,6 “Voglio l'amore, non il sacrificio,la conoscenza di Dio più degli olocausti”; bisogna conoscere questo Signore. Non i sacrifici e le espiazioni, ma la scoperta del Suo Amore ci guarisce.
    La giustizia di Dio non esige il nostro sacrificio : è Misericordia, che porterà Lui a sacrificarsi sulla Croce. Alla religione della legge e del sacrificio subentra quella della libertà e dell'amore, che viene dalla conoscenza di Dio.
    Finisce la religiosità come sacrificio dell'uomo a Dio, e inizia la risposta d'amore al Suo Amore.
    La missione di Gesù non è verso i giusti.
    Nessun giusto è salvato, perché nessuno è giusto, tranne Lui, che si perde per tutti gli ingiusti. Gesù è il Figlio mandato a tutti i fratelli perduti :mangia, vive e cammina con loro.

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    Risposte
    1. Festa di san Matteo, Apostolo ed Evangelista, che, detto Levi, chiamato da Gesù a seguirlo, lasciò l'ufficio di pubblicano o esattore delle imposte e, eletto tra gli Apostoli, scrisse un Vangelo, in cui si proclama che Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abramo, ha portato a compimento la promessa dell'Antico Testamento.
      "PREGHIERA. Ci vengano in aiuto, o Signore, le preghiere del tuo beato apostolo ed evangelista Matteo, affinché ciò che non ottengono le nostre forze, ci sia donato per sua intercessione."

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