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venerdì 6 settembre 2024

NATIVITA' DI MARIA SANTISSIMA


3 commenti:

  1. PRIMA LETTURA
    Partorirà colei che deve partorire.
    Dal libro del profeta Michea 5,1-4
    E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui, fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli di Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore suo Dio. Abiteranno sicuri perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!
    Parola di Dio.


    SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 12)
    R: Gioisco pienamente nel Signore.
    Guarda, rispondimi, Signore, mio Dio,
    conserva la luce ai miei occhi. R.

    Io nella tua fedeltà ho confidato;
    esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
    canterà al Signore, che mi ha beneficato. R.


    CANTO AL VANGELO
    Alleluia, alleluia.
    Beata sei tu, o Vergine Maria, e degna d’ogni lode:
    da te è nato il sole di giustizia, Cristo nostro Dio.Alleluia.

    VANGELO
    Il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
    + Dal Vangelo secondo Matteo 1,1-16.18-23
    Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadab, Aminadab generò Naasson, Naasson generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiud, Abiud generò Eliacim, Eliacim generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliud, Eliud generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi.
    Parola del Signore.
    PAROLE DEL SANTO PADRE
    È Dio che “scende”, è il Signore che si rivela, è Dio che salva. E l’Emmanuele, il Dio-con-noi, realizza la promessa di mutua appartenenza tra il Signore e l’umanità, nel segno di un amore incarnato e misericordioso che dona la vita in abbondanza. (Omelia nella celebrazione eucaristica in occasione dell’anniversario della visita a Lampedusa, 8 luglio 2019)

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  2. FAUSTI - “ Libro della Genesi di Gesù Cristo” è il titolo del Vangelo di Matteo, che ci racconta la nascita nel tempo del Figlio eterno del Padre che si fa nostro fratello.
    Gesù è visto come la nuova genesi dell'uomo, principio e fine del mondo creato da Dio.
    Questo primo brano è una lista di nomi, divisi in tre periodi, che vanno da Abramo a Gesù : la “Carne” del Figlio di Dio passa attraverso coloro che l'hanno preceduto. Di ognuno si dice due volte “generare”, una volta come figlio e l'altra come padre. Lo schema costante s'interrompe con Giuseppe, per aprire alla sorpresa di ciò che capita attraverso Maria.
    Del primo patriarca , Abramo, non si dice chi l'ha generato e dall'ultimo , Gesù, non si dice né chi lo genera né chi a sua volta Egli genera.
    Si allude al mistero iniziale del Padre, e a quello finale del Figlio.
    Giuseppe, lo sposo di Maria, non genera Gesù. Il Figlio è da accogliere : è il dono che il Padre gli fa attraverso Maria. Qui il generare, che è tutto al maschile, s'interrompe per lasciar posto al “femminile”, possibilità del divino.
    Gesù è generato (passivo divino!) : si sottolinea che , attraverso Maria, colui che genera è Dio stesso. Tutto il fare dell'uomo è attesa dell'accadere di Dio. Non può essere che così, perché ogni generare parte da Lui e porta a Lui. Ogni nome della lista è nominato come generato e generante : riceve dal progenitore la sua identità che trasmette al figlio, arricchita dalla propria.
    ...L'ultimo, che è il Figlio Unigenito, creato come uomo e increato come Dio, compie ogni paternità e racchiude ogni filialità.
    La deportazione in Babilonia ha particolare spicco , così pure la menzione dei fratelli(2,11):
    Gesù è venuto a ricostruire la fraternità disfatta e dispersa nell'esilio!
    Le generazioni da Abramo a Gesù sono 3 volte quattordici, ossia sei volte sette.
    Con Lui, primogenito di una numerosa schiera di fratelli (Rom 8,29), la storia della promessa raggiunge sette volte sette, la perfezione. -
    Per noi questa interminabile lista di nomi può risultare arida. Ma ogni persona è un volto unico e irripetibile , un gioco di passioni e azioni, con uno strano destino di libertà.
    Ogni nome ha valore assoluto, come il “Nome” da cui viene e verso cui va. Può essere ignoto a noi ; ma sempre vive nella memoria di Dio e pulsa nelle vene del discendente.
    L'uomo fa la storia e la storia fa l'uomo . Il nome, relazione con l'Altro e gli altri, non si perde mai.
    La storia umana è solo sei volte sette, perfezione mancata e fallita, diventa sette volte sette, perfezione raggiunta, con Gesù, il Figlio che dà inizio alla nuova generazione di fratelli.
    Il numero indica razionalità, ordine. La storia non è lasciata al caso .
    La storia è un inno alla vita , trasmessa da padre in figlio, che riceve dal Padre la sua paternità e dal Figlio la sua filialità, nell'unica vita che è il loro amore reciproco , lo Spirito Santo.
    L'avventura umana, con cornice cosmica, è il realizzarsi della paternità di Dio che è tutto in tutti (1Cor15,28), il Corpo del Figlio, pienezza di Colui che si realizza interamente
    in tutte le cose (Ef 1,3).
     La storia di Gesù è vista in continuità con la storia d'Israele, come compimento della promessa a lui fatta.
    “La Vergine avrà in grembo...” E' una citazione da Isaia 7, 14 , dove al re è promesso un figlio, garanzia della fedeltà di Dio..
    “Emmanuele, che significa . Dio con noi” Gesù è il “Dio-che-salva” perché è il “Dio-con-noi”.
    E se Dio è con noi e per noi, chi sarà contro di noi? (Rom 8,32). “Con” significa relazione, intimità, unione, consolazione, gioia, forza, scambio,.
    Lui è sempre con noi, in nostra compagnia, fino a quando anche noi saremo sempre in compagnia di Gesù (1Ts 4,17).
    Con lui, il Figlio, noi siamo finalmente noi stessi.

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  3. OMELIA DI S. PAOLO VI
    Festa che ci obbliga a ricordare l’apparizione della Madonna nel mondo come l’arrivo dell’aurora che precede la luce della salvezza, Cristo Gesù, come l’aprirsi sulla terra, tutta coperta dal fango del peccato, del più bel fiore che sia mai sbocciato nel devastato giardino dell’umanità, la nascita cioè della creatura umana più pura, più innocente, più perfetta, più degna della definizione che Dio stesso, creandolo, aveva dato dell’uomo: immagine di Dio, bellezza cioè suprema, profonda, così ideale nel suo essere e nella sua forma, e così reale nella sua vivente espressione da lasciarci intuire come tale primigenia creatura era destinata, da un lato, al colloquio, all’amore del suo Creatore in una ineffabile effusione della beatissima e beatificante Divinità e in un’abbandonata risposta di poesia e di gioia
    ( il «Magnificat») , e d’altro lato destinata al dominio regale della terra.
    Ciò che doveva in Eva apparire e svanire miseramente, per un disegno d’infinita misericordia (potremmo quasi dire per un proposito di rivincita, come quello dell’artista che, vedendo infranta l’opera sua, vuole rifarla, e rifarla ancora più bella e più rispondente alla sua idea creatrice), Dio fece rivivere in Maria: «ut dignum Filii tui habitaculum effici mereretur, Spiritu Sancta cooperante. praeparasti»...; ed oggi, giorno dedicato al culto di questo dono, di questo capolavoro di Dio, noi ricordiamo, noi ammiriamo, noi esultiamo: Maria è nata, Maria è nostra, Maria restituisce a noi la figura dell’umanità perfetta, nella sua immacolata concezione umana, stupendamente corrispondente alla misteriosa concezione della mente divina della creatura regina del mondo. E Maria, per nuovo e sommo gaudio, incantevole gaudio delle nostre anime, non ferma a Sé il nostro sguardo se non per spingerlo a guardare più avanti, al miracolo di luce e di santità e di vita, ch’Ella annuncia nascendo e recherà con Sé, Cristo Signore, il Figlio suo Figlio di Dio, dal quale Ella stessa tutto riceve. Questo è il celebre gioco di grazia, che si chiama Incarnazione, e che oggi ci fa presagire in anticipo, in Maria, lampada portatrice del lume divino, porta per cui il Cielo muoverà i suoi passi verso la terra, madre che offrirà vita umana al Verbo di Dio, l’avvento della nostra salvezza...
    Voi celebrate con Noi questa festa, soave ed intima, come una giornata di famiglia, come un avvenimento domestico, che stringe i cuori in dolci e comuni sentimenti. È la festa della Madre comune e celeste!

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