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sabato 14 settembre 2024

MARIA SS. ADDOLORATA


 

7 commenti:

  1. LETTURA DEL GIORNO
    Dalla lettera agli Ebrei
    Eb 5,7-9

    Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
    Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.


    R. Salvami, Signore, per la tua misericordia.
    In te, Signore, mi sono rifugiato,
    mai sarò deluso;
    difendimi per la tua giustizia.
    Tendi a me il tuo orecchio. R.

    Vieni presto a liberarmi.
    Sii per me una roccia di rifugio,
    un luogo fortificato che mi salva.
    Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
    per il tuo nome guidami e conducimi. R.

    Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
    perché sei tu la mia difesa.
    Alle tue mani affido il mio spirito;
    tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.

    Ma io confido in te, Signore;
    dico: «Tu sei il mio Dio,
    i miei giorni sono nelle tue mani».
    Liberami dalla mano dei miei nemici
    e dai miei persecutori. R.

    Quanto è grande la tua bontà, Signore!
    La riservi per coloro che ti temono,
    la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
    a chi in te si rifugia. R
    VANGELO DEL GIORNO
    Dal Vangelo secondo Giovanni
    Gv 19,25-27

    In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
    Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!».
    Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!».
    E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

    PAROLE DEL SANTO PADRE
    In questo tempo dove non so se è il principale senso ma c’è un grande senso nel mondo di orfanità, (è) un mondo orfano, questa Parola ha un’importanza grande, l’importanza che Gesù ci dice: ‘Non vi lascio orfani, vi do una madre’. E questo anche è il nostro orgoglio: abbiamo una madre, una madre che è con noi, ci protegge, che ci accompagna, che ci aiuta, anche nei tempi difficili, nei momenti brutti. La Chiesa è madre. E’ la nostra ‘santa madre Chiesa’, che ci genera nel Battesimo, ci fa crescere nella sua comunità: la Madre Maria e la madre Chiesa sanno carezzare i loro figli, danno tenerezza. E dove c’è maternità e vita c’è vita, c’è gioia, c’è pace, si cresce in pace. (Santa Marta, 15 settembre 2015)

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    1. [Addolorata, in pianto [Stabat Mater dolorósa
      la Madre sta presso la Croce iuxta crucem lacrimósa,
      da cui pende il Figlio. dum pendebat fílius.

      Immersa in angoscia mortale Cuius ánimam geméntem,
      geme nell’intimo del cuore contristátam et doléntem
      trafitto da spada. pertransívit gládius.

      Quanto grande è il dolore O quam tristis et afflícta
      della benedetta fra le donne, fuit illa benedícta
      Madre dell’Unigenito! Mater Unigéniti!

      Piange la Madre pietosa Quae maerébat et dolébat,
      contemplando le piaghe pia Mater, dum vidébat
      del divino suo Figlio. Nati poenas íncliti!

      Chi può trattenersi dal pianto Quis est homo, qui non fleret,
      davanti alla Madre di Cristo Matrem Christi si vidéret
      in tanto tormento? in tanto supplício?

      Chi può non provare dolore Quis non posset contristári,
      davanti alla Madre Christi Matrem contemplári
      che porta la morte del Figlio? doléntem cum filio?

      Per i peccati del popolo suo Pro peccátis suae gentis
      ella vede Gesù nei tormenti vidit Iesum in torméntis
      del duro supplizio. et flagellis subditum.

      Per noi ella vede morire Vidit suum dulcem natum
      il dolce suo Figlio, moriéndo desolátum,
      solo, nell’ultima ora. dum emisit spíritum.

      O Madre, sorgente di amore, Eia Mater, fons amóris,
      fa’ ch’io viva il tuo martirio, me sentíre vim dolóris
      fa’ ch’io pianga le tue lacrime. fac, ut tecum lúgeam!

      Fa’ che arda il mio cuore Fac, ut árdeat cor meum
      nell’amare il Cristo-Dio, in amándo Christum Deum,
      per essergli gradito.] ut sibi compláceam.]

      Ti prego, Madre santa: Sancta Mater, istud agas,
      siano impresse nel mio cuore crucifíxi fige plagas
      le piaghe del tuo Figlio. cordi meo válide.

      Uniscimi al tuo dolore Tui nati vulneráti,
      per il Figlio tuo divino tam dignáti pro me pati,
      che per me ha voluto patire. poenas mecum dívide.

      Con te lascia ch’io pianga Fac me vere tecum flére,
      il Cristo crocifisso crucifíxo condolére
      finché avrò vita. donec ego vixero.

      Restarti sempre vicino Iuxta crucem tecum stare
      piangendo sotto la croce: et me tibi sociáre
      questo desidero. in planctu desidero.

      O Vergine, santa tra le vergini, Virgo virginum praeclára,
      non respingere la mia preghiera, mihi iam non sis amára:
      e accogli il mio pianto di figlio. fac me tecum plángere.


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    2. "Signore, fa' risplendere il mistero della speranza nella nostra anima, fa' che riconosciamo la luce che albeggia dalla Tua Croce, fa' che come cristiani ci mettiamo in cammino, andando incontro all'aurora della Tua venuta" Benedetto XVI (Meditationen zur Karwoche)

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  2. PAROLE DEL SANTO PADRE
    Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.
    Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. […] Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.
    Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. (Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, 25 marzo 2022)

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  3. Maria donna coraggiosa

    Don Tonino Bello

    Santa Maria, donna coraggiosa, alcuni anni fa in una celebre omelia pronunciata a Zapopan nel Messico, Giovanni Paolo II ha scolpito il monumento più bello che il magistero della Chiesa abbia mai elevato alla tua umana fierezza, quando disse che tu ti presenti come modello «per coloro che non accettano passivamente le avverse circostanze della vita personale e sociale, né sono vittime dell'alienazione».

    Dunque, tu non ti sei rassegnata a subire l'esistenza. Hai combattuto. Hai affrontato gli ostacoli a viso aperto. Hai reagito di fronte alle difficoltà personali e ti sei ribellata dinanzi alle ingiustizie sociali del tuo tempo. Non sei stata, cioè, quella donna tutta casa e chiesa che certe immagini devozionali vorrebbero farci passare. Sei scesa sulla strada e ne hai affrontato i pericoli, con la consapevolezza che i tuoi privilegi di Madre di Dio non ti avrebbero offerto isole pedonali capaci di preservarti dal traffico violento della vita.

    Perciò, Santa Maria, donna coraggiosa, tu che nelle tre ore di agonia sotto la croce hai assorbito come una spugna le afflizioni di tutte le madri della terra, prestaci un po' della tua fortezza. Nel nome di Dio, vendicatore dei poveri, alimenta i moti di ribellione di chi si vede calpestato nella sua dignità. Alleggerisci le pene di tutte le vittime dei soprusi. E conforta il pianto nascosto di tante donne che, nell'intimità della casa, vengono sistematicamente oppresse dalla prepotenza del maschio.

    Ma ispira anche la protesta delle madri lacerate negli affetti dai sistemi di forza e dalle ideologie di potere. Tu, simbolo delle donne irriducibili alla logica della violenza, guida i passi delle "madri-coraggio" perché scuotano l'omertà di tanti complici silenzi. Scendi in tutte le "piazze di maggio" del mondo per confortare coloro che piangono i figli desaparecidos. E quando suona la diana di guerra, convoca tutte le figlie di Eva perché si mettano sulla porta di casa e impediscano ai loro uomini di uscire, armati come Caino, ad ammazzare il fratello.

    Santa Maria, donna coraggiosa, tu che sul Calvario, pur senza morire hai conquistato la palma del martirio, rincuoraci col tuo esempio a non lasciarci abbattere dalle avversità. Aiutaci a portare il fardello delle tribolazioni quotidiane, non con l'anima dei disperati, ma con la serenità di chi sa di essere custodito nel cavo della mano di Dio. E se ci sfiora la tentazione di farla finita perché non ce la facciamo più, mettiti accanto a noi. Siediti sui nostri sconsolati marciapiedi. Ripetici parole di speranza.

    E allora, confortati dal tuo respiro, ti invocheremo con la preghiera più antica che sia stata scritta in tuo onore: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio; non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta». Così sia.

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  4. S. FAUSTI - “Donna, ecco il tuo Figlio / ecco la tua Madre” Sono le ultime parole che Gesù rivolge alla Madre e al discepolo amato. Il Re della Gloria continua il “Suo giudizio”: ai crocifissori dona le vesti, alla Madre il discepolo e al discepolo la Madre.
    “Dopo questo” sa che tutto è compiuto :porta a termine la Sua missione di Figlio, consegnerà lo Spirito.
    Gli altri vangeli guardano ciò che avviene in croce di riflesso, nelle reazioni degli spettatori. Tranne che nel Suo duplice grido prima di spirare, Gesù è contemplato indirettamente attraverso le parole dei presenti. Giovanni, invece, con un rapido susseguirsi di scene, punta direttamente l'occhio sulla Gloria : osa fissare faccia a faccia la luce del mondo.
    Il linguaggio ,sobrio ed essenziale , non tradisce emozioni . In poche parole presenta realtà così grandi che , di fronte ad esse, tutto tace. Davanti al sublime c'è solo estasi, silenzio di panico coinvolgimento.
    Le ultime tre icone riportano brevi istanti dove la durata del racconto tende a corrispondere a quella del fatto . Tempo narrante e tempo narrato coincidono in tempo reale. In questo modo si ottiene l'effetto di far partecipare il lettore all'evento. Questi è presente alla scena, immerso in un tempo senza tempo : tocca l'Eterno, vede l'Invisibile , si inabissa nella Gloria.
    In effetti la Parola, ogni Parola, è come una finestra : non guardi lei, ma attraverso di lei.
    Allora ti apri all'Altro ; e l'Altro si apre a te . Esiste per te e tu per lui , entra in te e tu in Lui, fa parte di te e tu di Lui. Si può dire che, come nel “linguaggio di Adamo” , nella singola parola eccheggia il tutto. Questa narrazione, posta al centro delle cinque che rappresentano ciò che avviene sulla croce, è splendida, e, nell'economia di Giovanni, ha un valore definitivo.
    In essa sono ripresi e risuonano insieme , in pienezza armonica, i temi del Vangelo : è “L'ora” verso la quale tutto tendeva , l'ora della luce, che raggiunge e illumina l'universo.
    Il racconto è un pozzo inesauribile, con la profondità del mistero che presenta. Nei Vangeli le persone sono sempre anche “personaggi” , figure tipiche nelle quali ognuno si riconosce.
    A livello storico la madre di Gesù e le altre donne sono le persone che amano Gesù , mentre il discepolo è la persona che sa di essere amata da Gesù.
    A livello simbolico generale , madre e donne da una parte e discepolo amato dall'altra sono rispettivamente figura dell'amore dato e dell'amore ricevuto La Madre con le sue compagne , rappresenta chiunque dà amore.Questi è innanzitutto il Padre nei confronti del Figlio, poi Dio nei confronti dell'universo, il Figlio nei confronti dei fratelli, Gesù nei confronti del discepolo, Israele nei confronti della Chiesa , e così via fino alla più piccola delle creature : chiunque riceve amore è immagine del Figlio, amore amato.
    Ma di amore dato si muore e di amore ricevuto si soffoca : si vive solo quando l'amore amante è amato e l'amore amato è a sua volta amante.
    Questo amore corrisposto che “circola” tra Padre e Figlio è lo Spirito Santo, danza di Dio e vita di quanto esiste. Gesù, amore amato, è amante del Padre e dei fratelli : ha la pienezza dello Spirito.
    Ora che se ne va, per chi Lo ama e per chi è da Lui amato, è l'ora della separazione.
    Per questo, prima di andarsene, si prende cura di loro.
    Affidando il discepolo alla Madre, la Madre ha chi amare e il discepolo chi lo ama;
    affidando la Madre al discepolo, la Madre ha chi la ama e il discepolo ha chi amare.
    Così compie la Sua opera di Figlio . Comunica ai fratelli il Suo Spirito , Amore amante e amato, perfettamente corrisposto.
    A livello simbolico specifico, Maria di Nazareth , chiamata donna, è la sposa, l'Israele che attende lo Sposo. Ora che è venuto, diventa Madre e genera l'Uomo nuovo, il popolo messianico, la Chiesa. Inoltre Maria, in quanto Madre del Figlio e dei Suoi fratelli, è segno dell'unità realizzata dalla croce,
    che abbraccia insieme il popolo dell'antica e nuova Alleanza , aperta a tutti.

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  5. -->Infine , in quanto donna, è la Sposa, la figlia di Sion, il popolo della promessa che attende il suo Signore. Ora che è venuto, gli genera il popolo messianico.
    Concludendo possiamo dire che Maria, oltre che figura universale di chi ama, -correlativa al discepolo, figura di chi è amato - , rappresenta Israele, donna/sposa del Signore, che diventa Madre del Messia e del Suo popolo . è insieme compimento di Israele e principio della Chiesa.
    Israele riconosce la Chiesa come sua figlia e la Chiesa riconosce Israele come sua madre.
    C'è continuità e unità tra Antica e nuova Alleanza come tra Madre e Figlio : sono “uno” nel reciproco amore.

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