Così dice il Signore: «Ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto. Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE dal Salmo 44
Rit. Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore!
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; al re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui. Rit.
La figlia del re è tutta splendore, gemme e tessuto d’oro è il suo vestito. È presentata al re in preziosi ricami. Rit.
Con lei le vergini compagne a te sono condotte; guidate in gioia ed esultanza entrano insieme nel palazzo dei re. Rit.
SECONDA LETTURA 2Cor 4,6-10.16-18
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, Dio rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo. Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nei nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nei nostro corpo. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO
Alleluia, alleluia.
Vieni, Sposa di Cristo, ricevi la corona che il Signore ti ha preparata per la vita eterna.
Alleluia.
VANGELO Gv 15,4-10
+ Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me, viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti dei Padre mio e rimango nel suo amore».
„Stringiti alla sua dolcissima Madre, che nel piccolo chiostro del suo sacro seno raccolse e nel suo grembo verginale portò Colui che i cieli non potevano contenere... È ormai chiaro che la più degna di tutte le creatura, cioè l'anima dell'uomo fedele, è per la grazia di Dio più grande del cielo. Mentre il cielo, infatti, con tutte le altre cose create non può contenere il Creatore, l'anima fedele, invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno, e cò soltanto in forza della carità di cui gli empi sono privi. È la stessa Verità che lo assicura, dicendo: Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio; ed io pure l'amerò; e verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora. – Come, dunque, la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le tue vestigia, specialmente dell'umiltà e della povertà, nel tuo corpo casto e verginal puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo, spiritualmente. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature siete contenute, e possederai ciò che, a paragone di tutti i transeunti beni di questo mondo, è possesso ben più stabile e definitivo.“ — Chiara d'Assisi
O Serafica Santa Chiara, prima discepola del poverello d’Assisi, che abbandonasti ricchezze ed onori per una vita di sacrificio e di altissima povertà, ottienici da Dio con la grazia che imploriamo (…) di essere sempre sottomessi al divino volere e fiduciosi nella provvidenza del Padre. Pater, Ave, Gloria
O Serafica Santa Chiara, che pur vivendo segregata dal mondo non dimenticasti i poveri e gli afflitti, ma ti facesti loro madre sacrificando per essi le tue ricchezze e compiendo molti miracoli in loro favore, ottienici da Dio, con la grazia che imploriamo (…), la carità cristiana verso i nostri fratelli bisognosi, in tutte le necessità spirituali e materiali. Pater, Ave, Gloria
O Serafica Santa Chiara, luce della nostra patria, che liberasti la tua città dai barbari devastatori ottienici da Dio, con la grazia che imploriamo (…), di vincere le insidie del mondo contro la fede e la morale conservando nelle nostre famiglie la vera pace cristiana con il santo timore di Dio e la devozione al Santissimo Sacramento dell’altare. Pater, Ave, Gloria
FAUSTI . L'essere o dimorare “in” Lui è condizione per vivere ed essere fecondi. Gesù ha parlato di messe abbondante e di grano che porta molto frutto (12,24). Non portare frutto è essere fuori dal comando e dalla benedizione fondamentale del Creatore che vuole le creature partecipi della Sua fecondità. Una vita che non dà vita è morta, una luce che non dà luce è spenta. Il frutto di cui si parla sarà chiaro solo alla fine. Purtroppo possiamo essere discepoli di Gesù solo a parole, senza vivere la Sua Parola. E' un severo ammonimento perchè non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. Se però non viviamo di Lui e non amiamo i fratelli, siamo rami morti, siamo non figli, che si autoescludono dal Figlio e dal Padre, recisi dalla fonte della vita. Questo è il dramma dell'uomo , ma anche di Dio che troverà la Sua soluzione sulla Croce, dove il legno verde porta in sé la maledizione del legno secco. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito” (3,16). Nell'Alleanza, sia Antica che Nuova, Dio è sempre fedele Ciò che manca è la nostra risposta, lasciata alla nostra libertà. Gesù, il Figlio, è il primo che risponde, amando il Padre e i fratelli. Il Padre è un agricoltore che sa il Suo mestiere. Si prende cura della Sua vite togliendo i rami infecondi e sfrondando gli altri, perchè siano più fruttiferi. Dio in noi purifica dall'egoismo ciò che è bene e toglie ciò che è male, palese o meno. C'è una “purezza” fondamentale nel discepolo, operata dalla parola, “più tagliente di una spada a doppio taglio”, che penetra fin nelle profondità dei pensieri e del cuore. La Parola mette a nudo la nostra verità, è un costante esorcismo che ci libera dalla menzogna. La Parola del Signore è Spirito e Vita (6,63) : ci comunica lo Spirito, la Vita del Figlio. Il Battesimo di Cristo è innanzi tutto un'immersione nella Parola , che ce lo fa conoscere e amare. Essa ci porta a sfrondare i nostri egoismi , a rompere con l mondo e ad assimilarci a Lui. “Rimanete in me” : è un imperativo : il Signore ci supplica di essere tralci uniti alla vite. Dimoriamo in Lui dimorando nel Suo Amore per noi , sorgente del nostro amore reciproco. Siamo al vertice della rivelazione del Dio Amore : l'Amore unico e totale che il Padre ha per il Figlio, è lo stesso che il Figlio ha per noi, suoi fratelli. Nell'Amore di Gesù vediamo l'Amore estremo di Dio per noi. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano tutte le cose . L'essere del Padre è Amare ed essere amato dal Figlio. Nel loro reciproco amore l'essere dell'Uno è essere dell'Altro e viceversa. Questo Amore e Vita di Dio è principio di tutto, è donato dal Figlio a noi, suoi fratelli. Siamo vertiginosamente presi nell'Amore del Padre e del Figlio,partecipi della Vita Trinitaria. Siamo chiamati a dimorare nell'Amore Suo per noi , che è lo stesso che il Padre ha per Lui e per noi. Questa è la nostra vera casa, dove possiamo vivere e ritrovare la nostra identità di figli e di fratelli. L'unico amore tra Padre e Figlio, circola anche in noi e ci fa dimorare nel Figlio come il Figlio nel Padre. Gesù è il primo uomo che dimora nell'Amore del Padre , è il Figlio che ne compie la volontà perchè ama i fratelli. Anche noi dimoriamo in Lui , nel Suo Amore, se ci amiamo come Lui ci ha amati.
FAUSTI - Egli riscopre la vera dignità dell'uomo : essere partner di Dio e amarlo con tutto il cuore. Vive il matrimonio come immagine di questo grande mistero. La fedeltà indissolubile nel matrimonio che Gesù propone non è da intendere come legge, ma come Vangelo. Lui è il Dio che salva, e risana in radice il nostro male che è la chiusura egoistica in noi stessi, e la non accettazione dell'altro. Per lui il divorzio è naufragio, amore non andato in porto. La proibizione del divorzio, e le affermazioni di principio non servono molto per vivere bene il matrimonio. E' necessaria una formazione che ne faccia scoprire la bellezza e le difficoltà, unita a una determinazione nel creare condizioni adatte alla vita di coppia in una società sempre più complessa e frammentata , che tende a dividere più che a unire. La monogamia, più che una legge, è un dono evangelico. Deriva dalla coscienza dell'amore con cui si è amati e a cui si è chiamati. La proposta di Gesù punta in alto. La relazione di coppia è rivelazione e partecipazione alla vita stessa di Dio.Il celibato, come alternativa al matrimonio, è una via eccellente. Ma si tratta di un carisma, che è dato a qualcuno per testimoniare a tutti ciò che appaga il cuore di ciascuno :è l'anticipo della vita futura , dove non si prende né moglie, né marito. La Chiesa è quella parte di umanità che,in Cristo, si riconosce come l'altra parte di Dio, il suo partner che l'ha amata e ha dato Se stesso per lei, l'ha purificata e unita a Sé, perchè viva la Sua stessa vita (Ef 5,25-33).
Antifona Questa è la vergine saggia, una delle vergini prudenti che andò incontro a Cristo con la lampada accesa. (Cf. Mt 25,1-13)
Oppure:
Come sei bella, o vergine di Cristo, degna di ricevere la corona del Signore, la corona della verginità eterna.
Colletta O Dio, che nella tua misericordia hai ispirato a santa Chiara l’amore per la povertà evangelica, per sua intercessione concedi a noi di seguire Cristo in povertà di spirito, per contemplarti un giorno nel regno dei cieli. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Circoncidete il vostro cuore; amate il forestiero, perché anche voi foste forestieri. Dal libro del Deuteronòmio Dt 10,12-22
Mosè parlò al popolo dicendo: «Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene? Ecco, al Signore, tuo Dio, appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e, dopo di loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi, come avviene oggi. Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra cervìce; perché il Signore, vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto. Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome. Egli è la tua lode, egli è il tuo Dio, che ha fatto per te quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto. I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore, tuo Dio, ti ha reso numeroso come le stelle del cielo».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 147
R. Celebra il Signore, Gerusalemme.
Celebra il Signore, Gerusalemme, loda il tuo Dio, Sion, perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. R.
Egli mette pace nei tuoi confini e ti sazia con fiore di frumento. Manda sulla terra il suo messaggio: la sua parola corre veloce. R.
Annuncia a Giacobbe la sua parola, i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele. Così non ha fatto con nessun'altra nazione, non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. (Cf. 2Ts 2,14)
Alleluia.
Vangelo Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo. Dal Vangelo secondo Matteo Mt 17,22-27
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
PAROLE DEI PAPI La predicazione evangelica nasce dalla gratuità, dallo stupore della salvezza che viene e quello che io ho ricevuto gratuitamente, devo darlo gratuitamente. E dall’inizio erano così, questi. San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare. […] Tutto è grazia. Tutto. E quali sono i segni di quando un apostolo vive questa gratuità? Primo, la povertà. L’annunzio del Vangelo deve andare per la strada della povertà. La testimonianza di questa povertà: non ho ricchezze, la mia ricchezza è soltanto il dono che ho ricevuto, Dio. Questa gratuità: questa è la nostra ricchezza! E questa povertà ci salva dal diventare organizzatori, imprenditori … Si devono portare avanti le opere della Chiesa, e alcune sono un po’ complesse; ma con cuore di povertà, non con cuore di investimento o di un imprenditore, no? […] Quando troviamo apostoli che vogliono fare la Chiesa ricca senza gratuità della lode, la Chiesa invecchia, la Chiesa diventa una ONG, la Chiesa non ha vita. Chiediamo oggi al Signore la grazia di riconoscere questa gratuità: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Riconoscere questa gratuità, quel dono di Dio. E anche noi andare avanti nella predicazione evangelica con questa gratuità. (P. Francesco Omelia Santa Marta, 11 giugno 2013)
FAUSTI - Trovandosi in Galilea, ( per Matteo luogo dell'azione di Gesù, della chiamata dei discepoli e dell'inizio della Chiesa) Gesù dice nella forma più breve l'annuncio della Passione- Resurrezione, che “sta per avvenire”. Comincia infatti subito dopo il cammino verso Gerusalemme, dove il Figlio dell'uomo è consegnato (da Giuda, dai capi, dal Padre) e si consegna Lui stesso nelle mani degli uomini . Tutti possono prendere il dono che Gesù fa di Sè. Mettersi nelle mani dell'altro è l'atto di fiducia e di amore più grande che uno possa fare. Questa consegna di Sé che Lui fa a noi è la nostra salvezza. Anche se noi Lo rifiutiamo e gli togliamo la Vita, Lui dà la Vita per noi. Il grande mistero di Dio è che Lui ha fede nell'uomo : si fida di lui e si affida a lui, fino a mettersi nelle sue mani, qualunque cosa ne faccia. Su di Lui ricade la nostra violenza ; e la Sua morte sarà martirio, testimonianza di un amore senza riserve. E il terzo giorno risusciterà : conferma divina che il dono della vita per amore è capace di dare la vita, vincendo la stessa morte . Essi non comprendono : capiranno solo dopo la Risurrezione, e la loro tristezza si tramuterà in gioia. - I cristiani per sé son liberi dal tributo al tempio, come dalle leggi giudaiche. Tuttavia, per non scandalizzare i fratelli giudei, limitano questa libertà. Allo stesso modo, Paolo, che si sente libero di mangiare la carne immolata agli idoli, per non scandalizzare i fratelli pagani, da poco convertiti, rinuncia a questa libertà, disposto a non mangiar carne in eterno.La libertà cristiana infatti non è né l'osservanza della legge , propria dei religiosi e degli stoici, né la sua trasgressione, propria dei libertini. E' la libertà di amare il fratello, pieno compimento della legge, è la legge di libertà, che ha come criterio ciò che giova all'altro. Il vero tributo al tempio, che dà l'accesso a Dio, Gesù l'ha pagato con la Sua libertà di Figlio, che dà la Vita per i fratelli. Pietro ha inteso che Gesù è il Figlio del Dio Vivente, e quindi non tenuto a pagare la tassa. Comunque pagherà , e il Suo tributo sarà quello di consegnarsi nelle mani dei fratelli, è quanto Pietro non ha capito. Come ha previsto il Suo futuro, Gesù legge con chiarezza anche il presente e “lo prevenne” in questa casa, simbolo della chiesa, in cui si svolgerà l'istruzione sulla vita comunitaria (cap 18), sulla libertà dei figli e su come trovare il tributo da pagare all'amore verso i fratelli, per non scandalizzarli. La libertà vera, infatti, è quella di edificare l'altro, non di farlo cadere. Il pagamento avviene in modo prodigioso, con una moneta pescata dal mare , allusione alla morte del Figlio dell'uomo, principio di libertà per ogni uomo. Questo è il tributo al tempio : fa dell'uomo il vero tempio di Dio.
RispondiEliminaPRIMA LETTURA Os 2,14-15.19-20
Dal libro del profeta Osea
Così dice il Signore: «Ecco, la attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.
Là canterà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto.
Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore».
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE dal Salmo 44
Rit. Ecco lo sposo: andate incontro a Cristo Signore!
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio,
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre;
al re piacerà la tua bellezza.
Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui. Rit.
La figlia del re è tutta splendore,
gemme e tessuto d’oro è il suo vestito.
È presentata al re in preziosi ricami. Rit.
Con lei le vergini compagne a te sono condotte;
guidate in gioia ed esultanza
entrano insieme nel palazzo dei re. Rit.
SECONDA LETTURA 2Cor 4,6-10.16-18
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, Dio rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo.
Però noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nei nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nei nostro corpo.
Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO
Alleluia, alleluia.
Vieni, Sposa di Cristo, ricevi la corona che il Signore ti ha preparata per la vita eterna.
Alleluia.
VANGELO Gv 15,4-10
+ Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso, se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me, viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti dei Padre mio e rimango nel suo amore».
Parola del Signore.
„Stringiti alla sua dolcissima Madre, che nel piccolo chiostro del suo sacro seno raccolse e nel suo grembo verginale portò Colui che i cieli non potevano contenere... È ormai chiaro che la più degna di tutte le creatura, cioè l'anima dell'uomo fedele, è per la grazia di Dio più grande del cielo. Mentre il cielo, infatti, con tutte le altre cose create non può contenere il Creatore, l'anima fedele, invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno, e cò soltanto in forza della carità di cui gli empi sono privi. È la stessa Verità che lo assicura, dicendo: Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio; ed io pure l'amerò; e verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora. – Come, dunque, la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le tue vestigia, specialmente dell'umiltà e della povertà, nel tuo corpo casto e verginal puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo, spiritualmente. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature siete contenute, e possederai ciò che, a paragone di tutti i transeunti beni di questo mondo, è possesso ben più stabile e definitivo.“ — Chiara d'Assisi
RispondiEliminaO Serafica Santa Chiara, prima discepola del poverello d’Assisi, che abbandonasti ricchezze ed onori per una vita di sacrificio e di altissima povertà, ottienici da Dio con la grazia che imploriamo (…) di essere sempre sottomessi al divino volere e fiduciosi nella provvidenza del Padre.
EliminaPater, Ave, Gloria
O Serafica Santa Chiara, che pur vivendo segregata dal mondo non dimenticasti i poveri e gli afflitti, ma ti facesti loro madre sacrificando per essi le tue ricchezze e compiendo molti miracoli in loro favore, ottienici da Dio, con la grazia che imploriamo (…), la carità cristiana verso i nostri fratelli bisognosi, in tutte le necessità spirituali e materiali.
Pater, Ave, Gloria
O Serafica Santa Chiara, luce della nostra patria, che liberasti la tua città dai barbari devastatori ottienici da Dio, con la grazia che imploriamo (…), di vincere le insidie del mondo contro la fede e la morale conservando nelle nostre famiglie la vera pace cristiana con il santo timore di Dio e la devozione al Santissimo Sacramento dell’altare.
Pater, Ave, Gloria
FAUSTI . L'essere o dimorare “in” Lui è condizione per vivere ed essere fecondi. Gesù ha parlato di messe abbondante e di grano che porta molto frutto (12,24). Non portare frutto è essere fuori dal comando e dalla benedizione fondamentale del Creatore che vuole le creature partecipi della Sua fecondità. Una vita che non dà vita è morta, una luce che non dà luce è spenta.
RispondiEliminaIl frutto di cui si parla sarà chiaro solo alla fine.
Purtroppo possiamo essere discepoli di Gesù solo a parole, senza vivere la Sua Parola.
E' un severo ammonimento perchè non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. Se però non viviamo di Lui e non amiamo i fratelli, siamo rami morti, siamo non figli, che si autoescludono dal Figlio e dal Padre, recisi dalla fonte della vita.
Questo è il dramma dell'uomo , ma anche di Dio che troverà la Sua soluzione sulla Croce, dove il legno verde porta in sé la maledizione del legno secco. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito” (3,16). Nell'Alleanza, sia Antica che Nuova, Dio è sempre fedele
Ciò che manca è la nostra risposta, lasciata alla nostra libertà.
Gesù, il Figlio, è il primo che risponde, amando il Padre e i fratelli. Il Padre è un agricoltore che sa il Suo mestiere. Si prende cura della Sua vite togliendo i rami infecondi e sfrondando gli altri, perchè siano più fruttiferi. Dio in noi purifica dall'egoismo ciò che è bene e toglie ciò che è male, palese o meno.
C'è una “purezza” fondamentale nel discepolo, operata dalla parola, “più tagliente di una spada a doppio taglio”, che penetra fin nelle profondità dei pensieri e del cuore.
La Parola mette a nudo la nostra verità, è un costante esorcismo che ci libera dalla menzogna.
La Parola del Signore è Spirito e Vita (6,63) : ci comunica lo Spirito, la Vita del Figlio.
Il Battesimo di Cristo è innanzi tutto un'immersione nella Parola , che ce lo fa conoscere e amare.
Essa ci porta a sfrondare i nostri egoismi , a rompere con l mondo e ad assimilarci a Lui.
“Rimanete in me” : è un imperativo : il Signore ci supplica di essere tralci uniti alla vite. Dimoriamo in Lui dimorando nel Suo Amore per noi , sorgente del nostro amore reciproco.
Siamo al vertice della rivelazione del Dio Amore :
l'Amore unico e totale che il Padre ha per il Figlio, è lo stesso che il Figlio ha per noi, suoi fratelli.
Nell'Amore di Gesù vediamo l'Amore estremo di Dio per noi.
Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano tutte le cose .
L'essere del Padre è Amare ed essere amato dal Figlio.
Nel loro reciproco amore l'essere dell'Uno è essere dell'Altro e viceversa.
Questo Amore e Vita di Dio è principio di tutto, è donato dal Figlio a noi, suoi fratelli.
Siamo vertiginosamente presi nell'Amore del Padre e del Figlio,partecipi della Vita Trinitaria.
Siamo chiamati a dimorare nell'Amore Suo per noi ,
che è lo stesso che il Padre ha per Lui e per noi.
Questa è la nostra vera casa, dove possiamo vivere e ritrovare la nostra identità di figli e di fratelli.
L'unico amore tra Padre e Figlio, circola anche in noi e ci fa dimorare nel Figlio come il Figlio nel Padre.
Gesù è il primo uomo che dimora nell'Amore del Padre , è il Figlio che ne compie la volontà perchè ama i fratelli. Anche noi dimoriamo in Lui , nel Suo Amore, se ci amiamo come Lui ci ha amati.
FAUSTI - Egli riscopre la vera dignità dell'uomo : essere partner di Dio e amarlo con tutto il cuore. Vive il matrimonio come immagine di questo grande mistero.
EliminaLa fedeltà indissolubile nel matrimonio che Gesù propone non è da intendere come legge, ma come Vangelo. Lui è il Dio che salva, e risana in radice il nostro male che è la chiusura egoistica in noi stessi, e la non accettazione dell'altro.
Per lui il divorzio è naufragio, amore non andato in porto. La proibizione del divorzio, e le affermazioni di principio non servono molto per vivere bene il matrimonio. E' necessaria una formazione che ne faccia scoprire la bellezza e le difficoltà, unita a una determinazione nel creare condizioni adatte alla vita di coppia in una società sempre più complessa e frammentata , che tende a dividere più che a unire.
La monogamia, più che una legge, è un dono evangelico.
Deriva dalla coscienza dell'amore con cui si è amati e a cui si è chiamati.
La proposta di Gesù punta in alto. La relazione di coppia è rivelazione e partecipazione alla vita stessa di Dio.Il celibato, come alternativa al matrimonio, è una via eccellente. Ma si tratta di un carisma, che è dato a qualcuno per testimoniare a tutti ciò che appaga il cuore di ciascuno :è l'anticipo della vita futura , dove non si prende né moglie, né marito.
La Chiesa è quella parte di umanità che,in Cristo, si riconosce come l'altra parte di Dio, il suo partner che l'ha amata e ha dato Se stesso per lei, l'ha purificata e unita a Sé, perchè viva la Sua stessa vita (Ef 5,25-33).
Antifona
RispondiEliminaQuesta è la vergine saggia,
una delle vergini prudenti
che andò incontro a Cristo
con la lampada accesa. (Cf. Mt 25,1-13)
Oppure:
Come sei bella, o vergine di Cristo,
degna di ricevere la corona del Signore,
la corona della verginità eterna.
Colletta
O Dio, che nella tua misericordia hai ispirato a santa Chiara
l’amore per la povertà evangelica,
per sua intercessione concedi a noi
di seguire Cristo in povertà di spirito,
per contemplarti un giorno nel regno dei cieli.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Circoncidete il vostro cuore; amate il forestiero, perché anche voi foste forestieri.
Dal libro del Deuteronòmio
Dt 10,12-22
Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu lo ami, che tu serva il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene?
Ecco, al Signore, tuo Dio, appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la terra e quanto essa contiene. Ma il Signore predilesse soltanto i tuoi padri, li amò e, dopo di loro, ha scelto fra tutti i popoli la loro discendenza, cioè voi, come avviene oggi.
Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra cervìce; perché il Signore, vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e terribile, che non usa parzialità e non accetta regali, rende giustizia all’orfano e alla vedova, ama il forestiero e gli dà pane e vestito. Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto.
Temi il Signore, tuo Dio, servilo, restagli fedele e giura nel suo nome. Egli è la tua lode, egli è il tuo Dio, che ha fatto per te quelle cose grandi e tremende che i tuoi occhi hanno visto. I tuoi padri scesero in Egitto in numero di settanta persone; ora il Signore, tuo Dio, ti ha reso numeroso come le stelle del cielo».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 147
R. Celebra il Signore, Gerusalemme.
Celebra il Signore, Gerusalemme,
loda il tuo Dio, Sion,
perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. R.
Egli mette pace nei tuoi confini
e ti sazia con fiore di frumento.
Manda sulla terra il suo messaggio:
la sua parola corre veloce. R.
Annuncia a Giacobbe la sua parola,
i suoi decreti e i suoi giudizi a Israele.
Così non ha fatto con nessun'altra nazione,
non ha fatto conoscere loro i suoi giudizi. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo. (Cf. 2Ts 2,14)
Alleluia.
Vangelo
Lo uccideranno, ma risorgerà. I figli sono liberi dal tributo.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17,22-27
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì».
Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei».
E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Parola del Signore.
PAROLE DEI PAPI
RispondiEliminaLa predicazione evangelica nasce dalla gratuità, dallo stupore della salvezza che viene e quello che io ho ricevuto gratuitamente, devo darlo gratuitamente. E dall’inizio erano così, questi. San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare. […] Tutto è grazia. Tutto. E quali sono i segni di quando un apostolo vive questa gratuità? Primo, la povertà. L’annunzio del Vangelo deve andare per la strada della povertà. La testimonianza di questa povertà: non ho ricchezze, la mia ricchezza è soltanto il dono che ho ricevuto, Dio. Questa gratuità: questa è la nostra ricchezza! E questa povertà ci salva dal diventare organizzatori, imprenditori … Si devono portare avanti le opere della Chiesa, e alcune sono un po’ complesse; ma con cuore di povertà, non con cuore di investimento o di un imprenditore, no? […] Quando troviamo apostoli che vogliono fare la Chiesa ricca senza gratuità della lode, la Chiesa invecchia, la Chiesa diventa una ONG, la Chiesa non ha vita. Chiediamo oggi al Signore la grazia di riconoscere questa gratuità: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Riconoscere questa gratuità, quel dono di Dio. E anche noi andare avanti nella predicazione evangelica con questa gratuità. (P. Francesco Omelia Santa Marta, 11 giugno 2013)
FAUSTI - Trovandosi in Galilea, ( per Matteo luogo dell'azione di Gesù, della chiamata dei discepoli e dell'inizio della Chiesa) Gesù dice nella forma più breve l'annuncio della Passione- Resurrezione, che “sta per avvenire”. Comincia infatti subito dopo il cammino verso Gerusalemme, dove il Figlio dell'uomo è consegnato (da Giuda, dai capi, dal Padre) e si consegna Lui stesso nelle mani degli uomini . Tutti possono prendere il dono che Gesù fa di Sè.
RispondiEliminaMettersi nelle mani dell'altro è l'atto di fiducia e di amore più grande che uno possa fare.
Questa consegna di Sé che Lui fa a noi è la nostra salvezza.
Anche se noi Lo rifiutiamo e gli togliamo la Vita, Lui dà la Vita per noi.
Il grande mistero di Dio è che Lui ha fede nell'uomo : si fida di lui e si affida a lui, fino a mettersi nelle sue mani, qualunque cosa ne faccia.
Su di Lui ricade la nostra violenza ; e la Sua morte sarà martirio, testimonianza di un amore senza riserve. E il terzo giorno risusciterà : conferma divina che il dono della vita per amore è capace di dare la vita, vincendo la stessa morte . Essi non comprendono : capiranno solo dopo la Risurrezione, e la loro tristezza si tramuterà in gioia.
- I cristiani per sé son liberi dal tributo al tempio, come dalle leggi giudaiche. Tuttavia, per non scandalizzare i fratelli giudei, limitano questa libertà.
Allo stesso modo, Paolo, che si sente libero di mangiare la carne immolata agli idoli, per non scandalizzare i fratelli pagani, da poco convertiti, rinuncia a questa libertà, disposto a non mangiar carne in eterno.La libertà cristiana infatti non è né l'osservanza della legge , propria dei religiosi e degli stoici, né la sua trasgressione, propria dei libertini.
E' la libertà di amare il fratello, pieno compimento della legge, è la legge di libertà, che ha come criterio ciò che giova all'altro.
Il vero tributo al tempio, che dà l'accesso a Dio, Gesù l'ha pagato con la Sua libertà di Figlio, che dà la Vita per i fratelli.
Pietro ha inteso che Gesù è il Figlio del Dio Vivente, e quindi non tenuto a pagare la tassa. Comunque pagherà , e il Suo tributo sarà quello di consegnarsi nelle mani dei fratelli, è quanto Pietro non ha capito. Come ha previsto il Suo futuro, Gesù legge con chiarezza anche il presente e “lo prevenne” in questa casa, simbolo della chiesa, in cui si svolgerà l'istruzione sulla vita comunitaria (cap 18), sulla libertà dei figli e su come trovare il tributo da pagare all'amore verso i fratelli, per non scandalizzarli.
La libertà vera, infatti, è quella di edificare l'altro, non di farlo cadere.
Il pagamento avviene in modo prodigioso, con una moneta pescata dal mare , allusione alla morte del Figlio dell'uomo, principio di libertà per ogni uomo.
Questo è il tributo al tempio : fa dell'uomo il vero tempio di Dio.