Antifona Questo è un vero martire; per il nome di Cristo ha versato il proprio sangue, non ha temuto le minacce dei giudici: così è giunto nel regno dei cieli.
Oppure:
Tutto considero una perdita a motivo della conoscenza di Cristo e della comunione alle sue sofferenze, per rendermi conforme alla sua morte. (Cf. Fil 3,8.10)
Colletta O Dio, che ci concedi di venerare la memoria del santo martire Gennaro, fa’ che partecipiamo con lui alla beatitudine eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Tu, uomo di Dio, tendi alla giustizia. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo 1Tm 6,2c-12
Figlio mio, questo devi insegnare e raccomandare. Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina conforme alla vera religiosità, è accecato dall’orgoglio, non comprende nulla ed è un maniaco di questioni oziose e discussioni inutili. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno. Certo, la religione è un grande guadagno, purché sappiamo accontentarci! Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci. Quelli invece che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell’inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione. L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti. Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 48 (49)
R. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Perché dovrò temere nei giorni del male, quando mi circonda la malizia di quelli che mi fanno inciampare? Essi confidano nella loro forza, si vantano della loro grande ricchezza. R.
Certo, l’uomo non può riscattare se stesso né pagare a Dio il proprio prezzo. Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita: non sarà mai sufficiente per vivere senza fine e non vedere la fossa. R.
Non temere se un uomo arricchisce, se aumenta la gloria della sua casa. Quando muore, infatti, con sé non porta nulla né scende con lui la sua gloria. R.
Anche se da vivo benediceva se stesso: «Si congratuleranno, perché ti è andata bene», andrà con la generazione dei suoi padri, che non vedranno mai più la luce. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. (Cf. Mt 11,25)
Alleluia.
Vangelo C’erano con lui i Dodici e alcune donne che li servivano con i loro beni. Dal Vangelo secondo Luca Lc 8,1-3
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
PAROLE DEI PAPI …già in questa vita abbiamo in noi una partecipazione alla Risurrezione di Cristo. Se è vero che Gesù ci risusciterà alla fine dei tempi, è anche vero che, per un certo aspetto, con Lui già siamo risuscitati. La vita eterna incomincia già in questo momento, incomincia durante tutta la vita, che è orientata verso quel momento della risurrezione finale. E già siamo risuscitati, infatti, mediante il Battesimo, siamo inseriti nella morte e risurrezione di Cristo e partecipiamo alla vita nuova, che è la sua vita. Pertanto, in attesa dell’ultimo giorno, abbiamo in noi stessi un seme di risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena che riceveremo in eredità. Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità, quindi va sempre rispettato; e soprattutto va rispettata e amata la vita di quanti soffrono, perché sentano la vicinanza del Regno di Dio, di quella condizione di vita eterna verso la quale camminiamo. Questo pensiero ci dà speranza: siamo in cammino verso la risurrezione. Questa è la nostra gioia! (Udienza generale, 4 dicembre 2013) Il genio femminile che si rispecchia nella Chiesa che è donna. E questo credo che sia il passo che noi dobbiamo fare con molta forza: la donna è l'immagine della Chiesa che è donna, è sposa, è madre. Uno stile. Senza questo stile parleremmo del popolo di Dio ma come organizzazione, forse sindacale, ma non come famiglia partorita dalla madre Chiesa (...) si tratta di integrare la donna come figura della Chiesa nel nostro pensiero. E pensare anche la Chiesa con le categorie di una donna. (PAPA Francesco - protezione Minori Vaticano 22 febbraio 2019 – INTERVENTO SANTO PADRE)
Vorrei sottolineare tre aspetti del prendersi cura quale apporto delle donne per una maggiore inclusività, per un maggior rispetto dell’altro e per affrontare in modo nuovo sfide nuove. In primo luogo per una maggiore inclusività. (…) Tante volte ho ricordato con forza che la diversità non deve mai sfociare nella disuguaglianza, ma piuttosto in una grata e reciproca accoglienza. (…) Nessuno deve essere escluso: questo è un principio sacro. Infatti, il progetto di Dio Creatore è un progetto «essenzialmente inclusivo» - sempre -. (…) Secondo apporto: per un maggiore rispetto dell’altro. Ogni persona va rispettata nella sua dignità e nei suoi diritti fondamentali (…) Questo vale in modo particolare per le donne, più facilmente soggette a violenze e soprusi. (…) E veniamo all’ultimo punto: affrontare in modo nuovo sfide nuove. La creatività. La specificità insostituibile del contributo femminile al bene comune è innegabile. (…) L’eroicità delle donne. Al di là degli stereotipi di un certo stile agiografico, sono persone impressionanti per determinazione, coraggio, fedeltà, capacità di soffrire e di trasmettere gioia, onestà, umiltà, tenacia. (P. Francesco Discorso ai partecipanti all'incontro promosso dalla "Strategic Alliance of Catholic Research Universities e della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice, 11 marzo 2023)
- In buona sostanza, la storia del cristianesimo avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso se non ci fosse stato il generoso apporto di molte donne. Per questo, ha scritto il mio venerato e caro Predecessore Giovanni Paolo Il una nella Lettera apostolica, Mulieris dignitatem, dalla quale vorrei citare un passo dove dice: «la Chiesa rende grazie per tutte le donne e per ciascuna... La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del “genio” femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del Popolo di Dio, per tutte le vittorie che essa deve alla loro fede, speranza e carità: ringrazia per tutti i frutti della santità femminile». Come si vede, l’elogio riguarda le donne nel corso della storia della Chiesa ed è espresso a nome dell’intera comunità ecclesiale. Anche noi quindi ci uniamo a questo apprezzamento ringraziando il Signore, perché egli conduce la sua Chiesa, generazione dopo generazione, avvalendosi indistintamente di uomini e di donne, che sanno mettere a frutto la loro fede e il loro battesimo per il bene dell’intero Corpo ecclesiale, a maggior gloria di Dio. (Benedetto XVI - Udienza generale, 14 febbraio 2007)
GESUITI - Qui c’è Gesù e con lui i Dodici e oltre i Dodici alcune donne. L'attenzione dell'evangelista non è più solo su Gesù, ma è Gesù circondato da quelli che costituiscono con lui questo gruppo, che si muove da una città all'altra, da un villaggio all'altro, quindi abbiamo un'immagine di comunità. L'annuncio del vangelo determina, nel momento in cui viene accolto, nel momento in cui viene recepito, custodito, fatto germogliare nella propria vita, diventa un’esperienza di comunione, comunione con Gesù, innanzitutto.Poi comunione tra uomini e donne. L’annuncio del vangelo trova la sua forza anche in questo fatto che era annunciato da Gesù, che con i Dodici e con le donne si muove da un posto all’altro. La novità vangelo, di questa solidarietà, di questa fraternità, di questa misericordia ha la sua immagine visiva, per chi incontra Gesù, nel vederlo insieme con questi uomini e con queste donne. Quindi abbiamo da una parte l'annuncio del vangelo che crea una comunità e la comunità che diventa essa stessa annunciatrice del vangelo e di ciò che il vangelo significa, di ciò che il vangelo determina. Queste donne meritano di essere menzionate per nome, così come sono stati elencati i nomi degli apostoli. Perché non sono solo alcune donne; queste donne hanno vissuto con Gesù le tappe fondamentali. Abbiamo la menzione di Maria di Magdala e di Giovanna moglie di Cusa, che saranno poi ricordate anche nel giorno della resurrezione. Queste donne accompagnano Gesù lungo tutto il suo cammino fino alla passione, fino alla resurrezione; non vengono meno, non si tirano indietro. Cos’è che permette a queste donne di poter vivere tutto ciò? Perché sono stato guarite, sono state guarite da spiriti cattivi, da spiriti immondi e da infermità. Sono stato guarite, sono state curate nel corpo o nello spirito. L'esperienza, che era quella che abbiamo visto negli episodi precedenti, di potere da parte del Signore rimettere in piedi l’uomo e la donna, è stata vissuta da queste donne che sono citate, e proprio perché è stata vissuta suscita in loro una risposta. Che non è obbligatoria la risposta di seguire, di entrare a far parte di questo gruppo, ma loro lo fanno ed è un di più, una generosità. Una risposta che dice da parte loro una consapevolezza di quanto hanno ricevuto e il desiderio di poter corrispondere, non l’obbligo, non per forza, non per sdebitarsi, ma proprio perché c’è una chiamata alla generosità. Questa chiamata alla generosità diventa il servizio che loro fanno a favore di Gesù e di tutti coloro che fanno parte di questa comunità: li servono. In questo servire c’è anche il titolo del loro spendersi per tutti questi che fanno parte del gruppo. Servendoli, prendendosi cura di loro, questo è il servizio, queste donne costruiscono la comunità; non stanno soltanto continuando a ricevere, stanno diventando loro stesse protagoniste attive, costruiscono esse stesse la comunità. Lo possono fare perché la memoria della guarigione che hanno ricevuto le rende capaci di poter usare ciò che sono le loro qualità a favore degli altri.
Antifona
RispondiEliminaQuesto è un vero martire;
per il nome di Cristo ha versato il proprio sangue,
non ha temuto le minacce dei giudici:
così è giunto nel regno dei cieli.
Oppure:
Tutto considero una perdita
a motivo della conoscenza di Cristo
e della comunione alle sue sofferenze,
per rendermi conforme alla sua morte. (Cf. Fil 3,8.10)
Colletta
O Dio, che ci concedi di venerare la memoria
del santo martire Gennaro,
fa’ che partecipiamo con lui alla beatitudine eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Tu, uomo di Dio, tendi alla giustizia.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
1Tm 6,2c-12
Figlio mio, questo devi insegnare e raccomandare. Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina conforme alla vera religiosità, è accecato dall’orgoglio, non comprende nulla ed è un maniaco di questioni oziose e discussioni inutili. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno.
Certo, la religione è un grande guadagno, purché sappiamo accontentarci! Infatti non abbiamo portato nulla nel mondo e nulla possiamo portare via. Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, accontentiamoci. Quelli invece che vogliono arricchirsi, cadono nella tentazione, nell’inganno di molti desideri insensati e dannosi, che fanno affogare gli uomini nella rovina e nella perdizione. L’avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti.
Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza. Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 48 (49)
R. Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Perché dovrò temere nei giorni del male,
quando mi circonda la malizia
di quelli che mi fanno inciampare?
Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza. R.
Certo, l’uomo non può riscattare se stesso
né pagare a Dio il proprio prezzo.
Troppo caro sarebbe il riscatto di una vita:
non sarà mai sufficiente
per vivere senza fine
e non vedere la fossa. R.
Non temere se un uomo arricchisce,
se aumenta la gloria della sua casa.
Quando muore, infatti, con sé non porta nulla
né scende con lui la sua gloria. R.
Anche se da vivo benediceva se stesso:
«Si congratuleranno, perché ti è andata bene»,
andrà con la generazione dei suoi padri,
che non vedranno mai più la luce. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno. (Cf. Mt 11,25)
Alleluia.
Vangelo
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che li servivano con i loro beni.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 8,1-3
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.
Parola del Signore.
PAROLE DEI PAPI
RispondiElimina…già in questa vita abbiamo in noi una partecipazione alla Risurrezione di Cristo. Se è vero che Gesù ci risusciterà alla fine dei tempi, è anche vero che, per un certo aspetto, con Lui già siamo risuscitati. La vita eterna incomincia già in questo momento, incomincia durante tutta la vita, che è orientata verso quel momento della risurrezione finale. E già siamo risuscitati, infatti, mediante il Battesimo, siamo inseriti nella morte e risurrezione di Cristo e partecipiamo alla vita nuova, che è la sua vita. Pertanto, in attesa dell’ultimo giorno, abbiamo in noi stessi un seme di risurrezione, quale anticipo della risurrezione piena che riceveremo in eredità. Per questo anche il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità, quindi va sempre rispettato; e soprattutto va rispettata e amata la vita di quanti soffrono, perché sentano la vicinanza del Regno di Dio, di quella condizione di vita eterna verso la quale camminiamo. Questo pensiero ci dà speranza: siamo in cammino verso la risurrezione. Questa è la nostra gioia! (Udienza generale, 4 dicembre 2013)
Il genio femminile che si rispecchia nella Chiesa che è donna. E questo credo che sia il passo che noi dobbiamo fare con molta forza: la donna è l'immagine della Chiesa che è donna, è sposa, è madre. Uno stile. Senza questo stile parleremmo del popolo di Dio ma come organizzazione, forse sindacale, ma non come famiglia partorita dalla madre Chiesa (...) si tratta di integrare la donna come figura della Chiesa nel nostro pensiero. E pensare anche la Chiesa con le categorie di una donna.
(PAPA Francesco - protezione Minori Vaticano 22 febbraio 2019 – INTERVENTO SANTO PADRE)
Vorrei sottolineare tre aspetti del prendersi cura quale apporto delle donne per una maggiore inclusività, per un maggior rispetto dell’altro e per affrontare in modo nuovo sfide nuove. In primo luogo per una maggiore inclusività. (…) Tante volte ho ricordato con forza che la diversità non deve mai sfociare nella disuguaglianza, ma piuttosto in una grata e reciproca accoglienza. (…) Nessuno deve essere escluso: questo è un principio sacro. Infatti, il progetto di Dio Creatore è un progetto «essenzialmente inclusivo» - sempre -. (…) Secondo apporto: per un maggiore rispetto dell’altro. Ogni persona va rispettata nella sua dignità e nei suoi diritti fondamentali (…) Questo vale in modo particolare per le donne, più facilmente soggette a violenze e soprusi. (…) E veniamo all’ultimo punto: affrontare in modo nuovo sfide nuove. La creatività. La specificità insostituibile del contributo femminile al bene comune è innegabile. (…) L’eroicità delle donne. Al di là degli stereotipi di un certo stile agiografico, sono persone impressionanti per determinazione, coraggio, fedeltà, capacità di soffrire e di trasmettere gioia, onestà, umiltà, tenacia.
(P. Francesco Discorso ai partecipanti all'incontro promosso dalla "Strategic Alliance of Catholic Research Universities e della Fondazione Centesimus Annus Pro Pontefice, 11 marzo 2023)
- In buona sostanza, la storia del cristianesimo avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso se non ci fosse stato il generoso apporto di molte donne. Per questo, ha scritto il mio venerato e caro Predecessore Giovanni Paolo Il una nella Lettera apostolica, Mulieris dignitatem, dalla quale vorrei citare un passo dove dice: «la Chiesa rende grazie per tutte le donne e per ciascuna... La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del “genio” femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alle donne nella storia del Popolo di Dio, per tutte le vittorie che essa deve alla loro fede, speranza e carità: ringrazia per tutti i frutti della santità femminile». Come si vede, l’elogio riguarda le donne nel corso della storia della Chiesa ed è espresso a nome dell’intera comunità ecclesiale. Anche noi quindi ci uniamo a questo apprezzamento ringraziando il Signore, perché egli conduce la sua Chiesa, generazione dopo generazione, avvalendosi indistintamente di uomini e di donne, che sanno mettere a frutto la loro fede e il loro battesimo per il bene dell’intero Corpo ecclesiale, a maggior gloria di Dio.
Elimina(Benedetto XVI - Udienza generale, 14 febbraio 2007)
GESUITI -
RispondiEliminaQui c’è Gesù e con lui i Dodici e oltre i Dodici alcune donne. L'attenzione dell'evangelista non è più solo su Gesù, ma è Gesù circondato da quelli che costituiscono con lui questo gruppo, che si muove da una città all'altra, da un villaggio all'altro, quindi abbiamo un'immagine di comunità. L'annuncio del vangelo determina, nel momento in cui viene accolto, nel momento in cui viene recepito, custodito, fatto germogliare nella propria vita, diventa un’esperienza di comunione, comunione con Gesù, innanzitutto.Poi comunione tra uomini e donne. L’annuncio del vangelo trova la sua forza anche in questo fatto che era annunciato da Gesù, che con i Dodici e con le donne si muove da un posto all’altro. La novità vangelo, di questa solidarietà, di questa fraternità, di questa misericordia ha la sua immagine visiva, per chi incontra Gesù, nel vederlo insieme con questi uomini e con queste donne. Quindi abbiamo da una parte l'annuncio del vangelo che crea una comunità e la comunità che diventa essa stessa annunciatrice del vangelo e di ciò che il vangelo significa, di ciò che il vangelo determina. Queste donne meritano di essere menzionate per nome, così come sono stati elencati i nomi degli apostoli. Perché non sono solo alcune donne; queste donne hanno vissuto con Gesù le tappe fondamentali. Abbiamo la menzione di Maria di Magdala e di Giovanna moglie di Cusa, che saranno poi ricordate anche nel giorno della resurrezione. Queste donne accompagnano Gesù lungo tutto il suo cammino fino alla passione, fino alla resurrezione; non vengono meno, non si tirano indietro. Cos’è che permette a queste donne di poter vivere tutto ciò? Perché sono stato guarite, sono state guarite da spiriti cattivi, da spiriti immondi e da infermità. Sono stato guarite, sono state curate nel corpo o nello spirito. L'esperienza, che era quella che abbiamo visto negli episodi precedenti, di potere da parte del Signore rimettere in piedi l’uomo e la donna, è stata vissuta da queste donne che sono citate, e proprio perché è stata vissuta suscita in loro una risposta. Che non è obbligatoria la risposta di seguire, di entrare a far parte di questo gruppo, ma loro lo fanno ed è un di più, una generosità. Una risposta che dice da parte loro una consapevolezza di quanto hanno ricevuto e il desiderio di poter corrispondere, non l’obbligo, non per forza, non per sdebitarsi, ma proprio perché c’è una chiamata alla generosità. Questa chiamata alla generosità diventa il servizio che loro fanno a favore di Gesù e di tutti coloro che fanno parte di questa comunità: li servono. In questo servire c’è anche il titolo del loro spendersi per tutti questi che fanno parte del gruppo. Servendoli, prendendosi cura di loro, questo è il servizio, queste donne costruiscono la comunità; non stanno soltanto continuando a ricevere, stanno diventando loro stesse protagoniste attive, costruiscono esse stesse la comunità. Lo possono fare perché la memoria della guarigione che hanno ricevuto le rende capaci di poter usare ciò che sono le loro qualità a favore degli altri.