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martedì 19 agosto 2025

SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE


 

4 commenti:

  1. Antifona
    Il Signore ha ricolmato san Bernardo dello spirito di intelligenza:
    egli servì il popolo di Dio con abbondanza di dottrina.

    Colletta
    O Dio, che hai suscitato nella Chiesa il santo abate Bernardo,
    acceso di zelo per la tua casa
    come lampada che arde e risplende,
    per sua intercessione concedi a noi lo stesso fervore di spirito,
    per camminare sempre come figli della luce.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Avete detto: Un re regni sopra di noi. Invece il Signore, vostro Dio, è vostro re.
    Dal libro dei Giudici
    Gdc 9,6-15

    In quei giorni, tutti i signori di Sichem e tutta Bet Millo si radunarono e andarono a proclamare re Abimèlec, presso la Quercia della Stele, che si trova a Sichem.
    Ma Iotam, informato della cosa, andò a porsi sulla sommità del monte Garizìm e, alzando la voce, gridò: «Ascoltatemi, signori di Sichem, e Dio ascolterà voi!
    Si misero in cammino gli alberi
    per ungere un re su di essi.
    Dissero all’ulivo:
    “Regna su di noi”.
    Rispose loro l’ulivo:
    “Rinuncerò al mio olio,
    grazie al quale
    si onorano dèi e uomini,
    e andrò a librarmi sugli alberi?”.
    Dissero gli alberi al fico:
    “Vieni tu, regna su di noi”.
    Rispose loro il fico:
    “Rinuncerò alla mia dolcezza
    e al mio frutto squisito,
    e andrò a librarmi sugli alberi?”.
    Dissero gli alberi alla vite:
    “Vieni tu, regna su di noi”.
    Rispose loro la vite:
    “Rinuncerò al mio mosto,
    che allieta dèi e uomini,
    e andrò a librarmi sugli alberi?”.
    Dissero tutti gli alberi al rovo:
    “Vieni tu, regna su di noi”.
    Rispose il rovo agli alberi:
    “Se davvero mi ungete re su di voi,
    venite, rifugiatevi alla mia ombra;
    se no, esca un fuoco dal rovo
    e divori i cedri del Libano”».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 20 (21)

    R. Signore, il re gioisce della tua potenza!

    Signore, il re gioisce della tua potenza!
    Quanto esulta per la tua vittoria!
    Hai esaudito il desiderio del suo cuore,
    non hai respinto la richiesta delle sue labbra. R.

    Gli vieni incontro con larghe benedizioni,
    gli poni sul capo una corona di oro puro.
    Vita ti ha chiesto, a lui l’hai concessa,
    lunghi giorni in eterno, per sempre. R.

    Grande è la sua gloria per la tua vittoria,
    lo ricopri di maestà e di onore,
    poiché gli accordi benedizioni per sempre,
    lo inondi di gioia dinanzi al tuo volto. R.

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    Risposte
    1. Acclamazione al Vangelo
      Alleluia, alleluia.

      La parola di Dio è viva, efficace;
      discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. (Eb 4,12)

      Alleluia.

      Vangelo
      Sei invidioso perché io sono buono?
      Dal Vangelo secondo Matteo
      Mt 20,1-16

      In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
      «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
      Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
      Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
      Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

      Parola del Signore.

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    2. PAROLE DEI PAPI
      La risposta di Gesù è chiara: ‘Io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato tutto senza ricevere tutto’. ‘Ecco, noi abbiamo lasciato tutto’. ‘Riceverete tutto’, con quella misura traboccante con la quale Dio dà i suoi doni. ‘Riceverete tutto. Non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madri o padri o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora in questo tempo cento volte tanto in case, fratelli, sorelle, madri, campi, e la vita eterna nel tempo che verrà’. Tutto. Il Signore non sa dare meno di tutto. Quando Lui dona qualcosa dona sé stesso, che è tutto. Questo è il dono di Dio: la pienezza annientata. E questo è lo stile del cristiano: cercare la pienezza, ricevere la pienezza annientata e seguire per quella strada. Non è facile, non è facile questo. E qual è il segno, qual è il segnale che io vado avanti in questo dare tutto e ricevere tutto? Il segno che noi andiamo su questa strada del tutto e niente, della pienezza annientata, è la gioia”. (P. Francesco Omelia da Santa Marta, 28 febbraio 2017)
      Non potete servire Dio e la ricchezza» (v. 24). O il Signore, o gli idoli affascinanti ma illusori. Questa scelta che siamo chiamati a compiere si ripercuote poi in tanti nostri atti, programmi e impegni. E’ una scelta da fare in modo netto e da rinnovare continuamente, perché le tentazioni di ridurre tutto a denaro, piacere e potere sono incalzanti. È una decisione che si prende nella speranza e che lascia a Dio la piena realizzazione. La speranza cristiana è tesa al compimento futuro della promessa di Dio e non si arresta di fronte ad alcuna difficoltà, perché è fondata sulla fedeltà di Dio, che mai viene meno. (P. Francesco Angelus ,26 febbraio 2017)
      Per il padrone della vigna, cioè per Dio, è giusto che ognuno abbia ciò che è necessario per vivere. Lui ha chiamato i lavoratori personalmente, conosce la loro dignità e in base ad essa vuole pagarli. E dà a tutti un denaro. Il racconto dice che gli operai della prima ora rimangono delusi: non riescono a vedere la bellezza del gesto del padrone, che non è stato ingiusto, ma semplicemente generoso, non ha guardato solo al merito, ma anche al bisogno. Dio vuole dare a tutti il suo Regno, cioè la vita piena, eterna e felice. E così fa Gesù con noi: non fa graduatorie, a chi gli apre il cuore dona tutto Sé stesso. Alla luce di questa parabola, il cristiano di oggi potrebbe essere preso dalla tentazione di pensare: “Perché cominciare a lavorare subito? (…) Vorrei dire, specialmente ai giovani, di non aspettare, ma di rispondere con entusiasmo al Signore che ci chiama a lavorare nella sua vigna. Non rimandare, rimboccati le maniche, perché il Signore è generoso e non sarai deluso!
      (Leone XIV – Udienza Generale , 4 giugno 2025)

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  2. FAUSTI – Per un figlio i beni sono dono del padre da condividere con i fratelli. Chi li accumula rende se stesso schiavo dell'egoismo e i fratelli schiavi della miseria.
    Libero è colui che è capace di usarli al servizio degli altri.
    L'attaccamento ai beni è il grande inganno, la seduzione che soffoca la Parola.
    La brama delle ricchezze è principio di tutti i mali, vera idolatria, che esclude dal Regno, che è per “i poveri in spirito”.
    Gesù ci offre di vivere come “da principio” non solo il rapporto con l'altro e con noi stessi, ma anche con i beni del mondo. Questi non sono il fine a cui sacrificare la vita propria e altrui,ma il mezzo da usare tanto-quanto serve per vivere da figli e da fratelli, con piena libertà, senza lasciarci condizionare. Ciò che teniamo in proprio ci divide dagli altri, ciò che doniamo, ci unisce.
    I beni materiali sono quindi benedizione e vita se liberamente condivisi, maledizione e morte, se compulsivamente accumulati.
    Gesù ci dona di essere uomini liberi , che sanno servirsi di tutte le cose invece di servirle ed esserne asserviti come schiavi.
    Siamo figli, signori e non servi del creato, proprio in quanto serviamo i fratelli.
    “Da principio” tutto è dono. Possedere e accumulare è distruggere la radice stessa della creazione ; la violenza per appropriarsi delle cose distrugge, non solo la fraternità, ma anche i beni stessi di cui viviamo.
    La cacciata dall'Eden, come l'esilio dalla terra promessa, è conseguenza amara del voler “rapire” ciò che è donato.
    Il senso dell'anno Santo in Israele è ristabilire la condivisione dei beni,che inevitabilmente tendono ad accumularsi nelle mani di pochi a svantaggio di tutti.
    Questa è la condizione per abitare la terra. Diversamente la terra è inabitabile : diventa un deserto dove regnano l'ingiustizia e la violenza dei potenti.
    Il consiglio evangelico, che diventa poi il voto di povertà dei religiosi, è valido solo nella misura in cui è inteso come segno profetico di ciò che tutti son chiamati a vivere..
    Il voto di castità, povertà, obbedienza, sono una testimonianza radicale e visibile di quella libertà evangelica nei confronti delle cose, delle persone e di noi stessi, che tutti dobbiamo avere per amare Dio e servire i fratelli.
    La testimonianza radicale è però riservata a qualcuno come dono particolare.Dio fa un dono diverso a ciascuno; ma ogni dono è per il bene comune (1 Cor 12,7), manifestazione dell'Amore, che è per tutti e mai tramonterà.
    Non tutti faremo come Madre Teresa, ma nessuno di noi può trascurare di vivere ,come può, quell'amore per gli ultimi che essa ha così mirabilmente testimoniato.
    per tutti la via della vita passa attraverso la povertà, l'umiltà e il servizio.
    Possesso e ricchezza, orgoglio e dominio sono le armi con le quali il nemico ci tiene in schiavitù.
    Il povero a sua volta sia attento a non avere il cuore del ricco.
    oggi i mass-media propongono anche a lui un modello che gli aliena la sua vera ricchezza . quella povertà che apre al Regno!
    Ciò che vale per i beni materiali vale per ogni altro bene, intellettuale, morale e spirituale. È un dono da ricevere come figli e donare ai fratelli, per il servizio comune.
    Gesù è il povero, ultimo e Servo di tutti, perché è il Figlio.
    La Chiesa segue Lui, diventando sale della terra e luce del mondo, conosce la Grazia di Colui che da ricco si fece povero per arricchirla con la Sua Povertà.
    Chi, per amore di Gesù, ha lasciato tutto, non perde nulla . ottiene tutto ed eredita la felicità senza fine.

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