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martedì 1 ottobre 2024

SANTI ANGELI CUSTODI


 

3 commenti:


  1. Antifona

    Benedite, angeli del Signore, il Signore,
    lodatelo ed esaltatelo nei secoli. (Dn 3,58)

    Colletta

    O Dio, che con ineffabile provvidenza
    mandi i tuoi santi angeli
    perché siano nostri custodi,
    dona a noi, che ti supplichiamo,
    di essere sempre difesi dalla loro protezione
    e di godere in eterno della loro compagnia.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    Mando un angelo davanti a te.

    Dal libro dell’Èsodo
    Es 23,20-23a

    Così dice il Signore:
    «Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato.
    Abbi rispetto della sua presenza, da’ ascolto alla sua voce e non ribellarti a lui; egli infatti non perdonerebbe la vostra trasgressione, perché il mio nome è in lui. Se tu dai ascolto alla sua voce e fai quanto ti dirò, io sarò il nemico dei tuoi nemici e l’avversario dei tuoi avversari.
    Il mio angelo camminerà alla tua testa».

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale

    Dal Sal 90 (91)

    R. Darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie.

    Chi abita al riparo dell’Altissimo
    passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
    Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
    mio Dio in cui confido». R.

    Egli ti libererà dal laccio del cacciatore,
    dalla peste che distrugge.
    Ti coprirà con le sue penne,
    sotto le sue ali troverai rifugio;
    la sua fedeltà ti sarà scudo e corazza. R.

    Non temerai il terrore della notte
    né la freccia che vola di giorno,
    la peste che vaga nelle tenebre,
    lo sterminio che devasta a mezzogiorno. R.

    Non ti potrà colpire la sventura,
    nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
    Egli per te darà ordine ai suoi angeli
    di custodirti in tutte le tue vie. R.

    Acclamazione al Vangelo

    Alleluia, alleluia.

    Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
    suoi ministri, che eseguite la sua volontà. (Sal 102 (103),21)

    Alleluia.
    Vangelo
    I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 18,1-5.10

    In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
    Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
    Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
    Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

    Parola del Signore.

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    Risposte
    1. Parole del Santo Padre

      Dio non ha difficoltà a farsi capire dai bambini, e i bambini non hanno problemi a capire Dio. Non per caso nel Vangelo ci sono alcune parole molto belle e forti di Gesù sui “piccoli”. Questo termine “piccoli” indica tutte le persone che dipendono dall’aiuto degli altri, e in particolare i bambini. Gesù dice: […] «Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli» (Mt 18,10).
      Dunque, i bambini sono in sé stessi una ricchezza per l’umanità e anche per la Chiesa, perché ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono. E tutti, siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono! […] Ma ci sono tanti doni, tante ricchezze che i bambini portano all’umanità. Ne ricordo solo alcuni. Portano il loro modo di vedere la realtà, con uno sguardo fiducioso e puro. Il bambino ha una spontanea fiducia nel papà e nella mamma; ha una spontanea fiducia in Dio, in Gesù, nella Madonna. Nello stesso tempo, il suo sguardo interiore è puro, non ancora inquinato dalla malizia, dalle doppiezze, dalle “incrostazioni” della vita che induriscono il cuore. Sappiamo che anche i bambini hanno il peccato originale, che hanno i loro egoismi, ma conservano una purezza, e una semplicità interiore. […] Per tutti questi motivi Gesù invita i suoi discepoli a “diventare come i bambini”, perché “a chi è come loro appartiene il Regno di Dio” (Udienza generale, 18 marzo 2015)

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  2. FAUSTI - “Se non vi convertirete e non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei cieli” la Parola del Figlio, rivelata sul monte, proclamata nella missione e spiegata nelle parabole, si realizza nella comunità dei fratelli; il Regno del Padre si compie nella fraternità tra i Suoi figli.
    Nel rapporto con l'altro si vive quello con l'Altro, nel rapporto col fratello quello col Padre.
    Lo stare insieme , necessario all'uomo per realizzarsi, è sempre sotteso dalla domanda . “Chi è il più grande?”. La Comunità e la società nascono da questo bisogno di grandezza e di riconoscimento.
    “Chiamato innanzi un bambino , lo pose in mezzo a loro”
    Il termine indica un piccolo, sotto i sette anni. La Comunità ha al suo centro il limite, l'indigenza e il bisogno, la piccolezza, la fragilità e la vulnerabilità, l'insufficienza propria e il bisogno dell'altro – come al suo centro sta il Signore.
    C'è un'auto-insufficienza radicale che è divina : non è bene che l'uomo sia solo , perchè è troppo grande per bastare a se stesso (Pascal). Il bambino, a differenza dell'adulto, vive la sua insufficienza come la sua vera forza . È il suo essere figlio!
    Tutto il discorso di Gesù si svolge con al centro questo bambino, con il quale Lui stesso si identifica.
    Gesù non dice di essere bambini, ma di diventare come i bambini.
    C'è da invertire il modo di pensare e di vivere. Invece di guardare e agire secondo i grandi della terra, che soddisfano il loro bisogno in modo diabolico, opponendosi all'altro, siamo chiamati ad avere gli stessi sentimenti di Gesù, il Figlio.
    Lui è il più grande, perchè è il più piccolo tra tutti noi, e ciò che facciamo al più piccolo tra i fratelli, l'abbiamo fatto a Lui, il Figlio.

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