Tutte le cose sono in tuo potere e nessuno può opporsi alla tua volontà. Tu hai fatto il cielo e la terra e tutte le meraviglie che si trovano sotto il firmamento: tu sei il Signore di tutte le cose. (Cf. Est. 4,17b-c)
Colletta Dio onnipotente ed eterno, che esaudisci le preghiere del tuo popolo oltre ogni desiderio e ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Riconobbero la grazia a me data. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati Gal 2,1-2.7-14
Fratelli, quattordici anni dopo [la mia prima visita], andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano. Visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi – poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti –, e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi. Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare. Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 116 (117) R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. Genti tutte, lodate il Signore, popoli tutti, cantate la sua lode. R.
Perché forte è il suo amore per noi e la fedeltà del Signore dura per sempre. R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». (Rm 8,15bc)
Alleluia.
Vangelo Signore, insegnaci a pregare. Dal Vangelo secondo Luca Lc 11,1-4
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
PAROLE DEL SANTO PADRE Ci sono molte situazioni in cui si può verificare l’ipocrisia. Spesso si nasconde nel luogo di lavoro, dove si cerca di apparire amici con i colleghi mentre la competizione porta a colpirli alle spalle. Nella politica non è inusuale trovare ipocriti che vivono uno sdoppiamento tra il pubblico e il privato. È particolarmente detestabile l’ipocrisia nella Chiesa, e purtroppo esiste l’ipocrisia nella Chiesa, e ci sono tanti cristiani e tanti ministri ipocriti. Non dovremmo mai dimenticare le parole del Signore: “Sia il vostro parlare sì sì, no no, il di più viene dal maligno” (Mt 5,37). Fratelli e sorelle, pensiamo oggi a ciò che Paolo condanna e che Gesù condanna: l’ipocrisia. E non abbiamo paura di essere veritieri, di dire la verità, di sentire la verità, di conformarci alla verità. Così potremo amare. Un ipocrita non sa amare. Agire altrimenti dalla verità significa mettere a repentaglio l’unità nella Chiesa, quella per la quale il Signore stesso ha pregato. (Udienza generale, 25 agosto 2021)
FAUSTI – La missione del samaritano sarà compiuta solo quando tutti gli uomini diranno :”Abbà”. Questa è la Parola che ci genera nella nostra verità di figli. Gesù è venuto ad insegnarcela, se Lo ascoltiamo come Maria. Dopo averci svelato il Suo mistero di Figlio e di Fratello, con questa preghiera ci fa entrare nella paternità di Dio : in essa desideriamo quanto ci occorre per viverla. E' quanto Lui stesso ci dona nell'Eucaristia , in cui offre Se stesso come nostro cibo. Solo alla fine cesserà la preghiera di richiesta del pane e dello Spirito, perché avremo la Sua pienezza di vita. Allora esulteremo con Lui nello Spirito. Questa danza d'Amore è il fine di tutta la Creazione , delle sue sofferenze e delle sue doglie (Rom 8, 19-23). E' il suo fine perché è la sorgente da cui è scaturita. Questa preghiera è un dialogo diretto tra un “Tu” che è il Padre, e un “noi”, che è il vero io, in quanto in comunione col Figlio e con i fratelli. In Gesù posso riprendere a rispondere “Tu” al Padre che nel Suo infinito Amore da sempre mi ha rivolto la Sua Parola. In questo “Tu” che rivolgo al Padre , nella solidarietà con me del Suo Figlio, ritrovo anche il “noi” dei fratelli. La scoperta della paternità fonda e costruisce la fraternità. Senza il “Tu” non c'è preghiera. E non c'è neanche l'uomo, che è : o fuga da sé o risposta al “tu” che Dio gli rivolge. Ma anche senza il “noi” non c'è preghiera, perché non si può stare davanti al Padre separati dal Figlio e dai fratelli. Sarebbe negare la Sua paternità, proprio mentre Lo chiamiamo “Padre”. Per questo, se non amo e perdono i fratelli, non amo il Padre : non ho accettato il Suo Amore e il Suo perdono nel Figlio. Pregare in spirito di verità questa preghiera, è già l'esaudimento stesso di ogni preghiera. Infatti, chiamando Dio col Nome di Padre, ne accettiamo la paternità e gli chiediamo quel pane che è sempre necessario ogni giorno : il Suo Amore e il Suo Perdono , per amare e perdonare i fratelli. Ciò che chiediamo nel Padre Nostro è già tutto realizzato e donato a noi nel Figlio: la santificazione del Nome, il Regno, il Pane, il perdono e la forza della fiducia. Chiedendo, apriamo la mano per riceverlo. E' la migliore preghiera che possiamo fare sia per noi che per i fratelli , chiediamo quei doni che il Padre vuol fare a tutti nel Figlio. Pregare è entrare in Gesù , Intercessione eterna per noi, che in Lui siamo creati e salvati. Pregare è ascoltare il Suo Sì eterno alla compiacenza del Padre, partecipare alla Sua Filialità, gioire del Suo stesso Amore col Padre. Qui ci viene donato di chiederlo, perché lo possiamo desiderare e ottenere come Dono.
FAUSTI - Abbà è la Parola piena di amore, con la quale il Figlio dice il Padre. La Sua dolcezza la capisce solo chi la dice e chi l'ascolta : esprime il mistero di Dio che è Padre e Figlio, nell'unico Amore. Questa Parola è il centro del cristianesimo. Lo Spirito del Figlio, effuso nei nostri cuori, grida in noi: “Abbà!” (Rom 5,5). Il credente è colui che ha conosciuto e creduto l'amore che Dio ha per lui. (1Gv 4,16). Ciò che Dio è, anche noi siamo; per il dono del Figlio siam davvero figli di Dio (1Gv 3,1). E' il grande mistero, già ora rivelato, anche se come in uno specchio e in modo enigmatico (! Cor 13,12). Soltanto alla fine Lo vedremo faccia a faccia, e conosceremo perfettamente, come siam conosciuti (1 Cor 13,13). Quando il figlio nasce, si stacca dalla madre e gli pare di morire, invece viene alla luce e vede il suo volto. Quando ci staccheremo dalla vita terrena, verremo alla luce del Volto del Padre e saremo simili a Lui, perché Lo vedremo come Egli è (! Gv 3,2). Già ora però, riflettendo la Gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine , secondo l'azione dello Spirito del Signore (2 Cor 3,18). “Signore del cielo e della terra” Il nostro Papà, così vicino e tenero, è il Dio Altissimo e Onnipotente, Signore del cielo e della terra! Di Dio si parla solo per opposti (coincidentia oppositorum, dice il Cusano), per non ridurlo a un idolo: è vicino e altissimo, tenero e onnipotente, piccolo e grande, misericordioso e giusto. Il rapporto ineffabile di conoscenza reciproca tra Padre e Figlio, rivelato agli infanti, è nascosto agli altri, sapienti e intelligenti. La Sapienza del Figlio è quella delle beatitudini ; i sapienti non la capiscono, gli intelligenti se ne difendono. Gli infanti non solo ignorano e sono poveri . Neanche parlano. A loro, senza parole, è rivelata la Parola : “Abbà!”. Anche in noi, oltre le tante parole, c'è una sapienza silenziosa, propria del povero. E' la “dotta ignoranza “ del puro di cuore, al quale Dio si fa vedere., ben diversa dalla sapienza ignorante del furbo, al quale Dio resiste. Lui non è oggetto di rapina della nostra intelligenza, ma principio e fine del nostro amore : non si affaccia alla finestra della nostra mente, ma bussa alla porta del nostro cuore. Gesù è contento di questo . È “sì” non solo al Padre, ma anche ai fratelli. Tutto quanto il Padre è, è dono al Figlio. Il Padre è Dio che tutto dà. Tutto quanto il Figlio è , è dono del Padre . Da Lui riceve la Sua natura, il Suo Amore e Se stesso, in unione indissolubile con Lui nella Sua distinzione da Lui. Il Figlio è Dio che tutto riceve. Gesù è il Figlio che chiama Dio “Padre Mio”. Se siamo in Lui , diventa anche “Padre Nostro”. Le “cose” nascoste a sapienti e intelligenti, la conoscenza mutua tra Padre e Figlio, il Loro Amore, il Loro unico Spirito, che è la Vita di ambedue, è comunicato dal Figlio agli infanti che Lo accolgono. La Parola “Abbà” è l'eredità dei piccoli. Al di là di ogni pretesa sapienza, in ogni uomo ci sono la ricchezza ineffabile dell'infante, la dignità del figlio. Il piccolo le conosce . Vive di dono, amore, e di grazia.
CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA ispirata da Gesù a S. Sr Faustina Sulla corona del rosario. All’inizio : Padre Nostro, Ave Maria , Credo Sui grani del Padre Nostro : ETERNO PADRE, IO TI OFFRO IL CORPO E IL SANGUE , L’ANIMA E LA DIVINITA’ DEL TUO DILETTISSIMO FIGLIO E NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO IN ESPIAZIONE DEI NOSTRI PECCATI E DI QUELLI DEL MONDO INTERO. Sui grani dell’Ave Maria : PER LA SUA DOLOROSA PASSIONE, ABBI MISERICORDIA DI NOI E DEL MONDO INTERO. Alla fine (tre volte) SANTO DIO, SANTO FORTE, SANTO IMMORTALE ; ABBI PIETA’ DI NOI E DEL MONDO INTERO Il 22 febbraio 1931 Gesù apparve a S. Faustina nel convento di Plok ( Polonia ), affidandole il messaggio sul culto alla Divina Misericordia. “ La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù, vestito di una veste bianca: un a mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi ,rosso l’uno e l’altro pallido. Dopo un istante Gesù mi disse : ”DIPINGI UN’IMMAGINE SECONDO IL MODELLO CHE VEDI, CON SOTTO SCRITTO : GESU’ CONFIDO IN TE! Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima , che venererà questa immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria. Gesù in seguito le chiese l’istituzione della FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA, ”Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Misericordia...in quel giorno sono aperte le viscere della mia Misericordia....riverserò un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della mia Misericordia.
Tutte le cose sono in tuo potere
RispondiEliminae nessuno può opporsi alla tua volontà.
Tu hai fatto il cielo e la terra
e tutte le meraviglie che si trovano sotto il firmamento:
tu sei il Signore di tutte le cose. (Cf. Est. 4,17b-c)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che esaudisci le preghiere del tuo popolo
oltre ogni desiderio e ogni merito,
effondi su di noi la tua misericordia:
perdona ciò che la coscienza teme
e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Riconobbero la grazia a me data.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Gal 2,1-2.7-14
Fratelli, quattordici anni dopo [la mia prima visita], andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano.
Visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi – poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti –, e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi. Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare.
Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 116 (117)
R. Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo.
Genti tutte, lodate il Signore,
popoli tutti, cantate la sua lode. R.
Perché forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura per sempre. R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi,
per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». (Rm 8,15bc)
Alleluia.
Vangelo
Signore, insegnaci a pregare.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,1-4
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
Parola del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
RispondiEliminaCi sono molte situazioni in cui si può verificare l’ipocrisia. Spesso si nasconde nel luogo di lavoro, dove si cerca di apparire amici con i colleghi mentre la competizione porta a colpirli alle spalle. Nella politica non è inusuale trovare ipocriti che vivono uno sdoppiamento tra il pubblico e il privato. È particolarmente detestabile l’ipocrisia nella Chiesa, e purtroppo esiste l’ipocrisia nella Chiesa, e ci sono tanti cristiani e tanti ministri ipocriti. Non dovremmo mai dimenticare le parole del Signore: “Sia il vostro parlare sì sì, no no, il di più viene dal maligno” (Mt 5,37). Fratelli e sorelle, pensiamo oggi a ciò che Paolo condanna e che Gesù condanna: l’ipocrisia. E non abbiamo paura di essere veritieri, di dire la verità, di sentire la verità, di conformarci alla verità. Così potremo amare. Un ipocrita non sa amare. Agire altrimenti dalla verità significa mettere a repentaglio l’unità nella Chiesa, quella per la quale il Signore stesso ha pregato. (Udienza generale, 25 agosto 2021)
FAUSTI – La missione del samaritano sarà compiuta solo quando tutti gli uomini diranno :”Abbà”. Questa è la Parola che ci genera nella nostra verità di figli.
RispondiEliminaGesù è venuto ad insegnarcela, se Lo ascoltiamo come Maria.
Dopo averci svelato il Suo mistero di Figlio e di Fratello, con questa preghiera ci fa entrare nella paternità di Dio : in essa desideriamo quanto ci occorre per viverla.
E' quanto Lui stesso ci dona nell'Eucaristia , in cui offre Se stesso come nostro cibo.
Solo alla fine cesserà la preghiera di richiesta del pane e dello Spirito, perché avremo la Sua pienezza di vita.
Allora esulteremo con Lui nello Spirito. Questa danza d'Amore è il fine di tutta la Creazione , delle sue sofferenze e delle sue doglie (Rom 8, 19-23).
E' il suo fine perché è la sorgente da cui è scaturita.
Questa preghiera è un dialogo diretto tra un “Tu” che è il Padre, e un “noi”, che è il vero io, in quanto in comunione col Figlio e con i fratelli.
In Gesù posso riprendere a rispondere “Tu” al Padre che nel Suo infinito Amore da sempre mi ha
rivolto la Sua Parola.
In questo “Tu” che rivolgo al Padre , nella solidarietà con me del Suo Figlio, ritrovo anche il “noi” dei fratelli. La scoperta della paternità fonda e costruisce la fraternità.
Senza il “Tu” non c'è preghiera.
E non c'è neanche l'uomo, che è : o fuga da sé o risposta al “tu” che Dio gli rivolge.
Ma anche senza il “noi” non c'è preghiera, perché non si può stare davanti al Padre separati dal Figlio e dai fratelli.
Sarebbe negare la Sua paternità, proprio mentre Lo chiamiamo “Padre”.
Per questo, se non amo e perdono i fratelli, non amo il Padre : non ho accettato il Suo Amore e il Suo perdono nel Figlio.
Pregare in spirito di verità questa preghiera, è già l'esaudimento stesso di ogni preghiera.
Infatti, chiamando Dio col Nome di Padre, ne accettiamo la paternità e gli chiediamo quel pane che è sempre necessario ogni giorno : il Suo Amore e il Suo Perdono , per amare e perdonare i fratelli.
Ciò che chiediamo nel Padre Nostro è già tutto realizzato e donato a noi nel Figlio:
la santificazione del Nome, il Regno, il Pane, il perdono e la forza della fiducia.
Chiedendo, apriamo la mano per riceverlo.
E' la migliore preghiera che possiamo fare sia per noi che per i fratelli , chiediamo quei doni che il Padre vuol fare a tutti nel Figlio.
Pregare è entrare in Gesù , Intercessione eterna per noi, che in Lui siamo creati e salvati.
Pregare è ascoltare il Suo Sì eterno alla compiacenza del Padre, partecipare alla Sua Filialità, gioire del Suo stesso Amore col Padre.
Qui ci viene donato di chiederlo, perché lo possiamo desiderare e ottenere come Dono.
FAUSTI - Abbà è la Parola piena di amore, con la quale il Figlio dice il Padre. La Sua dolcezza la capisce solo chi la dice e chi l'ascolta : esprime il mistero di Dio che è Padre e Figlio, nell'unico Amore.
RispondiEliminaQuesta Parola è il centro del cristianesimo.
Lo Spirito del Figlio, effuso nei nostri cuori, grida in noi: “Abbà!” (Rom 5,5).
Il credente è colui che ha conosciuto e creduto l'amore che Dio ha per lui. (1Gv 4,16).
Ciò che Dio è, anche noi siamo; per il dono del Figlio siam davvero figli di Dio (1Gv 3,1). E' il grande mistero, già ora rivelato, anche se come in uno specchio e in modo enigmatico (! Cor 13,12). Soltanto alla fine Lo vedremo faccia a faccia, e conosceremo perfettamente, come siam conosciuti (1 Cor 13,13).
Quando il figlio nasce, si stacca dalla madre e gli pare di morire, invece viene alla luce e vede il suo volto. Quando ci staccheremo dalla vita terrena, verremo alla luce del Volto del Padre e saremo simili a Lui, perché Lo vedremo come Egli è (! Gv 3,2).
Già ora però, riflettendo la Gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine , secondo l'azione dello Spirito del Signore (2 Cor 3,18).
“Signore del cielo e della terra” Il nostro Papà, così vicino e tenero, è il Dio Altissimo e Onnipotente, Signore del cielo e della terra! Di Dio si parla solo per opposti (coincidentia oppositorum, dice il Cusano), per non ridurlo a un idolo: è vicino e altissimo, tenero e onnipotente, piccolo e grande, misericordioso e giusto.
Il rapporto ineffabile di conoscenza reciproca tra Padre e Figlio, rivelato agli infanti, è nascosto agli altri, sapienti e intelligenti.
La Sapienza del Figlio è quella delle beatitudini ; i sapienti non la capiscono, gli intelligenti se ne difendono. Gli infanti non solo ignorano e sono poveri . Neanche parlano.
A loro, senza parole, è rivelata la Parola : “Abbà!”.
Anche in noi, oltre le tante parole, c'è una sapienza silenziosa, propria del povero.
E' la “dotta ignoranza “ del puro di cuore, al quale Dio si fa vedere., ben diversa dalla sapienza ignorante del furbo, al quale Dio resiste.
Lui non è oggetto di rapina della nostra intelligenza, ma principio e fine del nostro amore : non si affaccia alla finestra della nostra mente, ma bussa alla porta del nostro cuore.
Gesù è contento di questo . È “sì” non solo al Padre, ma anche ai fratelli.
Tutto quanto il Padre è, è dono al Figlio.
Il Padre è Dio che tutto dà.
Tutto quanto il Figlio è , è dono del Padre .
Da Lui riceve la Sua natura, il Suo Amore e Se stesso, in unione indissolubile con Lui nella Sua distinzione da Lui.
Il Figlio è Dio che tutto riceve.
Gesù è il Figlio che chiama Dio “Padre Mio”.
Se siamo in Lui , diventa anche “Padre Nostro”.
Le “cose” nascoste a sapienti e intelligenti, la conoscenza mutua tra Padre e Figlio, il Loro Amore, il Loro unico Spirito, che è la Vita di ambedue, è comunicato dal Figlio agli infanti che Lo accolgono. La Parola “Abbà” è l'eredità dei piccoli. Al di là di ogni pretesa sapienza, in ogni uomo ci sono la ricchezza ineffabile dell'infante, la dignità del figlio.
Il piccolo le conosce . Vive di dono, amore, e di grazia.
CORONCINA ALLA DIVINA MISERICORDIA
RispondiEliminaispirata da Gesù a S. Sr Faustina
Sulla corona del rosario.
All’inizio : Padre Nostro, Ave Maria , Credo
Sui grani del Padre Nostro :
ETERNO PADRE, IO TI OFFRO IL CORPO E IL SANGUE , L’ANIMA E LA DIVINITA’ DEL TUO DILETTISSIMO FIGLIO E NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO IN ESPIAZIONE DEI NOSTRI PECCATI E DI QUELLI DEL MONDO INTERO.
Sui grani dell’Ave Maria :
PER LA SUA DOLOROSA PASSIONE, ABBI MISERICORDIA DI NOI E DEL MONDO INTERO.
Alla fine (tre volte)
SANTO DIO, SANTO FORTE, SANTO IMMORTALE ;
ABBI PIETA’ DI NOI E DEL MONDO INTERO
Il 22 febbraio 1931 Gesù apparve a S. Faustina nel convento di Plok
( Polonia ), affidandole il messaggio sul culto alla Divina Misericordia.
“ La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù, vestito di una veste bianca: un a mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi ,rosso l’uno e l’altro pallido. Dopo un istante Gesù mi disse :
”DIPINGI UN’IMMAGINE SECONDO IL MODELLO CHE VEDI, CON SOTTO SCRITTO : GESU’ CONFIDO IN TE!
Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero. Prometto che l’anima , che venererà questa
immagine, non perirà. Prometto pure già su questa terra, ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria. Gesù in seguito le chiese l’istituzione della
FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA, ”Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la Festa della Misericordia...in quel giorno sono aperte le viscere della mia Misericordia....riverserò un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della mia Misericordia.