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venerdì 1 agosto 2025

SANT'EUSEBIO VESCOVO


 

4 commenti:

  1. Antifona
    Il Signore lo ha scelto come sommo sacerdote,
    gli ha aperto i suoi tesori
    e lo ha ricolmato di ogni benedizione.



    Ecco il sommo sacerdote che nella sua vita piacque a Dio.
    Il Signore lo ha reso grande
    in mezzo al suo popolo. (CF. Sir 50,1; 44,16.22)

    Colletta
    Signore Dio, concedi a noi di imitare la fortezza
    del vescovo sant’Eusebio [di Vercelli]
    nel professare la divinità di Cristo,
    perché nella ferma adesione alla fede che egli insegnò
    siamo partecipi della vita del tuo Figlio.
    Egli è Dio, e vive e regna con te.

    Prima Lettura
    Ti ho trattato così per la tua grande iniquità. Cambierò la sorte delle tende di Giacobbe.
    Dal libro del profeta Geremìa
    Ger 30,1-2.12-15.18-22

    Parola rivolta a Geremia da parte del Signore:
    «Così dice il Signore, Dio d’Israele:
    Scriviti in un libro tutte le cose che ti ho detto.
    Così dice il Signore:
    La tua ferita è incurabile,
    la tua piaga è molto grave.
    Nessuno ti fa giustizia;
    per un’ulcera vi sono rimedi,
    ma non c’è guarigione per te.
    Ti hanno dimenticato tutti i tuoi amanti,
    non ti cercano più;
    poiché ti ho colpito come colpisce un nemico,
    con un castigo spietato,
    per la tua grande iniquità,
    perché sono cresciuti i tuoi peccati.
    Perché gridi per la tua ferita?
    Incurabile è la tua piaga.
    Ti ho trattato così
    per la tua grande iniquità,
    perché sono cresciuti i tuoi peccati.
    Così dice il Signore:
    Ecco, cambierò la sorte delle tende di Giacobbe
    e avrò compassione delle sue dimore.
    Sulle sue rovine sarà ricostruita la città
    e il palazzo sorgerà al suo giusto posto.
    Vi risuoneranno inni di lode,
    voci di gente in festa.
    Li farò crescere e non diminuiranno,
    li onorerò e non saranno disprezzati;
    i loro figli saranno come un tempo,
    la loro assemblea sarà stabile dinanzi a me,
    mentre punirò tutti i loro oppressori.
    Avranno come capo uno di loro,
    un sovrano uscito dal loro popolo;
    io lo farò avvicinare a me ed egli si accosterà.
    Altrimenti chi rischierebbe la vita
    per avvicinarsi a me?
    Oracolo del Signore.
    Voi sarete il mio popolo
    e io sarò il vostro Dio».

    Parola di Dio.


    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 101 (102)
    R. Il Signore ha ricostruito Sion ed è apparso in tutto il suo splendore.
    Oppure:
    R. Mostraci, o Dio, il tuo splendore.
    Le genti temeranno il nome del Signore
    e tutti i re della terra la tua gloria,
    quando il Signore avrà ricostruito Sion
    e sarà apparso in tutto il suo splendore.
    Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
    non disprezza la loro preghiera. R.

    Questo si scriva per la generazione futura
    e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
    «Il Signore si è affacciato dall’alto del suo santuario,
    dal cielo ha guardato la terra,
    per ascoltare il sospiro del prigioniero,
    per liberare i condannati a morte. R.

    I figli dei tuoi servi avranno una dimora,
    la loro stirpe vivrà sicura alla tua presenza.
    Perché si proclami in Sion il nome del Signore
    e la sua lode in Gerusalemme,
    quando si raduneranno insieme i popoli
    e i regni per servire il Signore. R.

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  2. Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Rabbì, tu sei il Figlio di Dio,
    tu sei il re d’Israele! (Gv 1,49b)

    Alleluia.


    Vangelo
    Comandami di venire verso di te sulle acque.
    Dal Vangelo secondo Matteo
    Mt 14,22-36

    Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
    La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
    Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
    Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

    Parola del Signore.

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    Risposte
    1. Signore, oggi ricordiamo il santo vescovo Eusebio e la sua continua lotta per affermare la divinità di Cristo tuo Figlio. Ti chiediamo di confermarci in quella fede di cui egli fu maestro e testimone, perché possiamo entrare in comunione di vita con Gesù Cristo, Dio e Signore, che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

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  3. PAROLE DEI PAPI
    Vangelo di oggi ci ricorda che la fede nel Signore e nella sua parola non ci apre un cammino dove tutto è facile e tranquillo; non ci sottrae alle tempeste della vita. La fede ci dà la sicurezza di una Presenza, quella presenza di Gesù, una presenza che ci spinge a superare le bufere esistenziali, la certezza di una mano che ci afferra per aiutarci ad affrontare le difficoltà, indicandoci la strada anche quando è buio. La fede, insomma, non è una scappatoia dai problemi della vita, ma sostiene nel cammino e gli dà un senso. Questa è la garanzia. (Papa Francesco, Angelus del 13 agosto 2017)


    FAUSTI - I discepoli vorrebbero arrestare il momento magico del pane , come nella trasfigurazione. Invece devono “ascoltare Lui”.
    Il pane che ci è dato è, come per Elia, la forza per camminare quaranta giorni e quaranta notti fino al Monte di Dio. Gesù li costringe al santo viaggio perchè preferirebbero restare sul posto, trasformando lo stesso pane in lievito di Erode.
    Le folle infatti volevano farlo re, mentre lui è il Servo che dà la vita.
    I discepoli , prima del pane, volevano congedare le folle, ora invece vorrebbero trattenerle. Gesù invece fa il contrario : prima dà il pane, poi le congeda con il “viatico”.
    Non si serve del pane per trattenerle e dominarle, ma si fa Servo del pane per farle camminare.
    Dopo la notte del pane viene un nuovo giorno, quello dei discepoli da soli sulla barca, in cui Gesù è presente in altro modo, con la Sua Parola che ordina di fare il Suo stesso cammino, affrontando la stessa notte che Lui ha vinto.
    Lui è salito sul Monte, in comunione col Padre, inviando i discepoli in tutto il mondo e promettendo di essere sempre con loro.
    Lui è già nella luce del Padre, lassù sul Monte, da solo, a pregare, noi nella notte, giù nel mare, da soli, a remare.
    E' la nostra condizione normale , dopo che Lui si è fatto Pane.
    Avvolti dal buio, sospesi tra cielo e terra, i discepoli son lontani dal punto di partenza e da quello di arrivo. La situazione è angosciante: le tribolazioni ci purificano : macinano la nostra durezza di cuore, per ricavarne l'oro prezioso della fede.
    E' la quarta veglia delle notte, dalle tre alle sei del mattino, carica del buio della notte, piena di fatica e di angoscia..
    E' notte fonda , eppure preludio del nuovo sole.
    In quest'ora Dio interviene a salvare, sarà l'ora della Resurrezione.
    Ora, Risorto, cammina sulle acque, la morte non ha più potere su di Lui.
    Non essere inghiottiti dall'abisso è il sogno impossibile di ogni uomo, superamento della realtà fatta di notte,
    solitudine, lontananza, fatica, tormento, angoscia, terrore e sprofondamento..
    Camminare sul mare è il tema del brano, è quanto il discepolo è chiamato a fare, sulla Parola del Signore.
    I discepoli pensano che il Vivente in mezzo a loro sia un fantasma!
    Il Pane – Suo Corpo dato per noi - non è l'incontro con Lui che salva, ma è ridotto a un pio ricordo di un evento passato che non si vive al presente.
    Essi, nella tempesta, gridarono dalla paura,, è la stessa paura di andare a fondo che li colse nella prima tempesta , quando il Signore dormì (8,24). In questa seconda Lui non è più con noi se non come l'assente, che ha vinto la morte e cammina sulle acque , è presente però con la Sua Parola e il Suo Pane che ci fanno camminare come Lui ha camminato. La barca è l simbolo della comunità, luogo della fede.
    Questa seconda scena nella tempesta corrisponde al tempo della chiesa, dove la Sua presenza come pane è ritenuta un fantasma fino a quando non ci fidiamo della Sua Parola e non facciamo come Lui ha fatto : "Fate questo in memoria di me".
    La paura è pochezza di fede , la fede invece è il coraggio di credere l'impossibile , impossibile all'uomo, ma non a Dio.
    Colui che cammina sulle acque non è un fantasma, ma IO-SONO, Gesù in persona.
    Egli richiama la rivelazione del Dio dell'Esodo.
    La salvezza attraverso l'acqua non è un'illusione, è la paura che fa loro ritenere un'illusione la realtà di Dio!


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