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martedì 2 settembre 2025

SAN GREGORIO MAGNO, PAPA e DOTTORE DELLA CHIESA


 

5 commenti:

  1. Prima Lettura Ez 34, 11-16
    Come un pastore passa in rassegna il suo gregge, il Signore passa in rassegna le sue pecore.

    Dal libro del profeta Ezechiele
    Così dice il Signore Dio: «Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine.
    Le ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrò nella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle valli e in tutte le praterie della regione. Le condurrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon ovile e avranno rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia».

    Salmo Responsoriale Dal Salmo 22
    Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

    Su pascoli erbosi mi fa riposare,
    ad acque tranquille mi conduce.
    Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino,
    per amore del suo nome.

    Se dovessi camminare in una valle oscura,
    non temerei alcun male, perché tu sei con me.
    Il tuo bastone e il tuo vincastro
    mi danno sicurezza.

    Davanti a me tu prepari una mensa
    sotto gli occhi dei miei nemici;
    cospargi di olio il mio capo.
    Il mio calice trabocca.

    Felicità e grazia mi saranno compagne
    tutti i giorni della mia vita,
    e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

    Canto al Vangelo Cf 1 Pt 2,25
    Alleluia, alleluia.
    Eravate come pecore smarrite, ma ora siete tornati
    al grande pastore e custode delle vostre anime.
    Alleluia.

    Vangelo Gv 10, 11-16
    Il buon pastore offre la vita per le pecore.

    Dal vangelo secondo Giovanni
    In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
    Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore.
    E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore».

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  2. FAUSTI -Gesù diceva che il ladro / brigante non passa dalla porta , ora dice : Io-sono la porta , attraverso la quale le pecore possono uscire in libertà e raggiungere la vita.
    Lui stesso, Parola diventata carne, è la Porta tra terra e cielo.
    La porta è dove il muro della prigione è rotto. Chi è chiuso dentro può uscire ; se non vuol uscire,
    brilla comunque ai suoi occhi la luce del giorno. La salvezza non è entrare nel tempio come pecore da macello, ma uscire con lui per entrare in lui, il Figlio, che ci dà la vita e in abbondanza.
    Egli è infatti l'intelligenza amorosa del Padre , salva la nostra umanità , aprendola alla luce della sua verità.
    Lui stesso è infatti il pascolo del gregge, il vero Pane di Vita (6,33-35) che soddisfa ogni fame e sete
    Ora GESU' fa vedere il suo modo di essere Pastore : espone la sua vita a favore delle pecore. Più avanti dirà anche che dispone e depone per loro la sua vita.
    E' la bellezza dell'amore che si mostra in azione!
    Per il pastore le pecore sono sue : gli appartengono e ne ha cura come della propria vita. Il mercenario , invece, è preoccupato del suo salario : le pecore sono a servizio della sua vita, non lui della loro. Per questo non si es-pone : agisce per vile interesse . Nel momento del pericolo fugge da chi lo ha seguito
    Il lupo, nemico tradizionale del gregge, rappresenta le forze ostili del male.
    Gesù stesso ha mandato i suoi discepoli come agnelli in mezzo ai lupi.
    Davanti ai lupi, che hanno appena rinnovato la decisione di ucciderlo, ( 8, 59) Gesù non abbandona i suoi e non fugge. Difende le pecore perchè gli interessano, le ha a cuore perchè le ha nel cuore.
    Gesù dopo aver parlato del Pastore Bello in termini di coraggio, che gli fa esporre la propria vita, ora dice cosa “dispone” a favore delle sue pecore mette a loro disposizione la sua stessa vita, che è la conoscenza e l'amore del Padre. C'è una conoscenza,un'intimità, un amore reciproco tra Pastore e pecore. Chiama ciascuna per nome : “Ti ho chiamato per nome ; tu mi appartieni....sei prezioso ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo” (IS.43,1-4) Il rapporto di conoscenza e amore che c'è tra Gesù e ciascuno di noi è il medesimo che c'è tra il Padre e Lui : “ Come il Padre amò me, così io amai voi” (15,19). L'amore reciproco tra Padre e Figlio, il mistero che è la loro stessa vita,
    è il medesimo che circola tra noi e Lui.
    Egli dis-pone della propria vita a favore delle pecore . La mette a loro disposizione, la offre loro.
    Ci sono anche altre pecore che non sono di questo recinto. “Questo recinto” è quello del tempio, in cui sta Israele. Ci sono altri “recinti” religiosi o laici , che tengono schiavo l'uomo.
    Il Figlio ha fratelli non solo nel popolo di Dio, ma dovunque : tutto è stato fatto per mezzo di Lui, luce e vita di ogni uomo, che è figlio nel Figlio.
    Per questo il Padre ama il mondo (3,16) e il Figlio , salvatore (4,42) e luce del mondo (8,12), sarà innalzato non solo per radunare tutti i dispersi di Israele, ma per tutti i popoli.
    Gesù vuol condurre anche questi alla libertà.
    Il cristianesimo è di sua natura universale ( cattolico) : non esclude nessuno. Se si esclude qualcuno, si rinnega il Padre, che ama ciascuno, e il Figlio, che è come il Padre.
    Lo stesso concetto di “missione” non ha nulla a che fare con il proselitismo . È la spinta interiore del Figlio verso i fratelli. Gesù depone la sua vita volontariamente. Il suo non è un morire, ma un realizzare la propria esistenza come dono totale d'amore : più forte della morte è l'amore (Ct. 8, 6).
    Il suo deporre la vita ha come fine il riceverla di nuovo .
    Gesù, dando la sua vita, la riceve in pienezza : è uguale al Padre , perchè non solo si sa amato, ma ama i fratelli con il suo stesso amore.
    In Lui la vita diventa ciò che è : circolazione viva d'amore, dono ricevuto e dato.
    Per questo è il Figlio diletto, compimento perfetto dell'Amore del Padre.

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  3. Vero culto a Dio è uscire dal proprio io! S. Gregorio Magno aiutaci Tu!

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  4. LETTURE DEL GIORNO
    Antifona
    Il beato Gregorio, salito sulla cattedra di Pietro,
    cercava sempre il volto di Dio e abitava nella gioia del suo amore.

    Colletta
    O Dio, che guidi il tuo popolo
    con la soavità e la forza dell’amore,
    per intercessione del papa san Gregorio [Magno]
    dona spirito di sapienza a coloro
    che hai posto a guida della Chiesa,
    perché il progresso del tuo santo gregge
    sia gioia eterna dei pastori.
    Per il nostro Signore Gesù Cristo.

    Prima Lettura
    La parola di verità è giunta a voi, come in tutto il mondo.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
    Col 1,1-8

    Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi e credenti fratelli in Cristo che sono a Colosse: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro.
    Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli.
    Ne avete già udito l’annuncio dalla parola di verità del Vangelo che è giunto a voi. E come in tutto il mondo esso porta frutto e si sviluppa, così avviene anche fra voi, dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appreso da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero: egli è presso di voi un fedele ministro di Cristo e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 51 (52)

    R. Confido nella fedeltà di Dio, in eterno e per sempre.

    Come olivo verdeggiante nella casa di Dio,
    confido nella fedeltà di Dio
    in eterno e per sempre. R.

    Voglio renderti grazie in eterno
    per quanto hai operato;
    spero nel tuo nome, perché è buono,
    davanti ai tuoi fedeli. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
    a proclamare ai prigionieri la liberazione. (Cf. Lc 4,18)

    Alleluia.

    Vangelo
    È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 4,38-44

    In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.
    Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.
    Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».
    E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

    Parola del Signore.

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  5. Le Parole dei Papi
    Quest’oggi il Vangelo […] ci presenta Gesù che, dopo aver predicato di sabato nella sinagoga di Cafarnao, guarisce molti malati, ad iniziare dalla suocera di Simone. Entrato nella sua casa, la trova a letto con la febbre e, subito, prendendola per mano, la guarisce e la fa alzare. Dopo il tramonto, risana una moltitudine di persone afflitte da mali di ogni genere. […] Gesù non lascia dubbi: Dio – del quale Lui stesso ci ha rivelato il volto – è il Dio della vita, che ci libera da ogni male. I segni di questa sua potenza d’amore sono le guarigioni che compie: dimostra così che il Regno di Dio è vicino, restituendo uomini e donne alla loro piena integrità di spirito e di corpo. Dico che queste guarigioni sono segni: non si risolvono in se stesse, ma guidano verso il messaggio di Cristo, ci guidano verso Dio e ci fanno capire che la vera e più profonda malattia dell’uomo è l’assenza di Dio, della fonte della verità e dell’amore. E solo la riconciliazione con Dio può donarci la vera guarigione, la vera vita, perché una vita senza amore e senza verità non sarebbe vita. Il Regno di Dio è proprio la presenza della verità e dell’amore e così è guarigione nella profondità del nostro essere.
    (Benedetto XVI – Angelus, 8 febbraio 2009)

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