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venerdì 11 ottobre 2024

S. GIOVANNI XXIII


 

4 commenti:

  1. FAUSTI – Il problema della giustizia della legge in rapporto al Vangelo di misericordia è presente nella Chiesa fin dall'inizio, e si acutizza proprio nel momento della missione al mondo.
    Non a caso il brano inizia con “entrare” e termina con “uscire” (v 53), le due Parole che Gesù usa nel Suo duplice discorso missionario per indicare il cammino degli Apostoli e dei Settantadue.
    I farisei e i legisti di sempre, credenti o atei, identificano la salvezza con la propria giustizia e la propria Legge. Questo problema è preso di mira in modo particolare da Paolo dopo la conversione.
    Vedi le lettere ai Galati, ai Romani e Filippesi. Negli Atti degli Apostoli se ne tratta dal c. 9 fino al c. 15.
    Alla giustizia, impossibile da ottenere mediante la legge, è subentrata la giustificazione mediante la misericordia di Dio nella Croce di Gesù (Fil 3,9).
    Così, mentre i pubblicani e i peccatori sono i figli della Sapienza , perchè riconoscono ed accettano la Misericordia di Dio, i farisei e i legisti trasgrediscono la volontà salvifica di Dio su di loro.
    Uno può infatti osservare tutti i precetti e trascurare il comando dell'amore.
    Luca ci tiene molto a smascherare il fariseo che si annida nel credente , perchè non decada dalla grazia del Battesimo. Vuol convertire il fratello maggiore verso il minore, il giusto verso il peccatore, (c.15) perchè diventi misericordioso come il Padre.
    Si rivolge infatti a Teofilo, perchè non dimentichi, anzi, si consolidi nella dottrina del Salvatore.
    Se invece di predicare o dettare leggi, siamo luminosi e testimoniamo l misericordia del Salvatore, tutti, vedendo la Luce, possono convertirsi alla Bellezza del Dio Amore.
    E chi ama ha adempiuto la legge.
    L'amore, infatti, non fa male a nessuno : pieno compimento della legge è l'amore.

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  2. ENCICLICA : PACEM IN TERRIS
    Nell'enciclica, il Pontefice si rivolge a «tutti gli uomini di buona volontà», credenti e non credenti, perché la Chiesa deve guardare ad un mondo senza confini e senza "blocchi", e non appartiene né all'Occidente né all'Oriente. «Cerchino, tutte le nazioni, tutte le comunità politiche, il dialogo, il negoziato». Bisogna ricercare ciò che unisce, tralasciando ciò che divide. La Pacem in Terris non è un «messaggio utopistico, culturalmente neutro», è un messaggio di speranza per combattere la paura dell'avvenire ed è un inestimabile patrimonio etico - culturale, che permette di guardare con occhi rinnovati alla Chiesa e alla sua missione pastorale e di scorgere «l'evoluzione verso una nuova, migliore umanità».

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  3. Principe della pace, Gesù Risorto,
    guarda benigno all'umanità intera.
    Essa da Te solo aspetta l'aiuto e il conforto alle sue ferite.

    Come nei giorni del Tuo passaggio terreno,
    Tu sempre prediligi i piccoli, gli umili, i doloranti;
    sempre vai a cercare i peccatori.
    Fa' che tutti Ti invochino e Ti trovino,
    per avere in Te la via, la verità, la vita.

    Conservaci la Tua pace,
    o Agnello immolato per la nostra salvezza:
    Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo,
    dona a noi la pace!

    Allontana dal cuore degli uomini
    ciò che può mettere in pericolo la pace,
    e confermali nella verità, nella giustizia, nell’amore dei fratelli.

    Illumina i reggitori dei popoli, affinché,
    accanto alle giuste sollecitudini per il benessere dei loro fratelli,
    garantiscano e difendano il grande tesoro della pace;

    accendi le volontà di tutti a superare le barriere che dividono,
    a rinsaldare i vincoli della mutua carità,
    a essere pronti a comprendere,
    a compatire, a perdonare,
    affinché nel Tuo Nome le genti si uniscano,
    e trionfi nei cuori, nelle famiglie, nel mondo la pace,
    la Tua pace.

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  4. Prima Lettura
    Quelli che vengono dalla fede sono benedetti insieme ad Abramo.
    Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
    Gal 3,7-14

    Fratelli, riconoscete che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunciò ad Abramo: «In te saranno benedette tutte le nazioni». Di conseguenza, quelli che vengono dalla fede sono benedetti insieme ad Abramo, che credette.
    Quelli invece che si richiamano alle opere della Legge stanno sotto la maledizione, poiché sta scritto: «Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della Legge per metterle in pratica». E che nessuno sia giustificato davanti a Dio per la Legge risulta dal fatto che il giusto per fede vivrà. Ma la Legge non si basa sulla fede; al contrario dice: «Chi metterà in pratica queste cose, vivrà grazie ad esse».
    Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: «Maledetto chi è appeso al legno», perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito.

    Parola di Dio.

    Salmo Responsoriale
    Dal Sal 110 (111)

    R. Il Signore si ricorda sempre della sua alleanza.
    Oppure:
    R. Il Signore è fedele per sempre.

    Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
    tra gli uomini retti riuniti in assemblea.
    Grandi sono le opere del Signore:
    le ricerchino coloro che le amano. R.

    Il suo agire è splendido e maestoso,
    la sua giustizia rimane per sempre.
    Ha lasciato un ricordo delle sue meraviglie:
    misericordioso e pietoso è il Signore. R.

    Egli dà il cibo a chi lo teme,
    si ricorda sempre della sua alleanza.
    Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
    gli diede l’eredità delle genti. R.

    Acclamazione al Vangelo
    Alleluia, alleluia.

    Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
    E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me. (Gv 12,31b.32)

    Alleluia.

    Vangelo
    Se io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
    Dal Vangelo secondo Luca
    Lc 11,15-26

    In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
    Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
    Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
    Chi non è con me, è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde.
    Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».

    Parola del Signore

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