Antifona Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. Vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me. (Gal 2,19-20)
Colletta Dio onnipotente ed eterno, che nella testimonianza dei santi martiri edifichi il corpo mistico della tua Chiesa, fa’ che la gloriosa passione, che meritò a sant’Ignazio una corona immortale, doni a noi protezione perenne. Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia. Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani Rm 4,1-8
Fratelli, che diremo di Abramo, nostro progenitore secondo la carne? Che cosa ha ottenuto? Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio. Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia. A chi lavora, il salario non viene calcolato come dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in Colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia. Così anche Davide proclama beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere: «Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate e i peccati sono stati ricoperti; beato l’uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato!».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dal Sal 31 (32)
R. Tu sei il mio rifugio, Signore. Oppure: R. Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato. Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui spirito non è inganno. R.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato, non ho coperto la mia colpa. Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità» e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R.
Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti! Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia! R.
Acclamazione al Vangelo Alleluia, alleluia.
Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo. (Sal 32 (33), 22)
Alleluia.
Vangelo Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Dal Vangelo secondo Luca Lc 12,1-7
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
PAROLA DI PAPI La persecuzione non è una contraddizione al Vangelo, ma ne fa parte: se hanno perseguitato il nostro Maestro, come possiamo sperare che ci venga risparmiata la lotta? Però, nel bel mezzo del turbine, il cristiano non deve perdere la speranza, pensando di essere stato abbandonato. Gesù rassicura i suoi dicendo: «Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati» (Mt 10,30). Come dire che nessuna delle sofferenze dell’uomo, nemmeno le più minute e nascoste, sono invisibili agli occhi di Dio. Dio vede, e sicuramente protegge; e donerà il suo riscatto. C’è infatti in mezzo a noi Qualcuno che è più forte del male, più forte delle mafie, delle trame oscure, di chi lucra sulla pelle dei disperati, di chi schiaccia gli altri con prepotenza… Qualcuno che ascolta da sempre la voce del sangue di Abele che grida dalla terra. Questo portare via la capacità di capire la rivelazione di Dio, di capire il cuore di Dio, di capire la salvezza di Dio - la chiave della conoscenza -, possiamo dire che è una grave dimenticanza. Si dimentica la gratuità della salvezza; si dimentica la vicinanza di Dio e si dimentica la misericordia di Dio. E quelli che dimenticano la gratuità della salvezza, la vicinanza di Dio e la misericordia di Dio, hanno portato via la chiave della conoscenza. Per loro Dio è quello che ha fatto la legge. E questo non è il Dio della rivelazione. Il Dio della rivelazione è Dio che ha incominciato a camminare con noi da Abramo fino a Gesù Cristo, Dio che cammina con il suo popolo. E quando si perde questo rapporto vicino con il Signore, si cade in questa mentalità ottusa che crede nell’autosufficienza della salvezza con il compimento della legge. La vicinanza di Dio. (Papa Francesco Omelia da Santa Marta, 19 ottobre 2017)
Dalla «Lettera ai Romani» di sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire Sono frumento di Dio: sarò macinato dai denti delle fiere Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di raggiungere Dio. Sono frumento di Dio, e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore. A nulla mi gioveranno i godimenti del mondo né i regni di questa terra. È meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il mio impero fino ai confini della terra. Io cerco colui che è morto per noi, voglio colui che per noi è risorto. È vicino il momento della mia nascita. Abbiate compassione di me, fratelli. Non impeditemi di vivere, non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo e alle seduzioni della materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che io raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo. Lasciate che io imiti la passione del mio Dio. Se qualcuno lo ha in sé, comprenda quello che io voglio e mi compatisca, pensando all’angoscia che mi opprime. Il principe di questo mondo vuole portarmi via e soffocare la mia aspirazione verso Dio. Nessuno di voi gli dia mano; state piuttosto dalla mia parte, cioè da quella di Dio. Non siate di quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo. Non trovino posto in voi sentimenti meno buoni. Anche se vi supplicassi, quando sarò tra voi, non datemi ascolto: credete piuttosto a quanto vi scrivo ora nel pieno possesso della mia vita. Vi scrivo che desidero morire. Ogni mio desiderio terreno è crocifisso e non c’è più in me nessun’aspirazione per le realtà materiali, ma un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre». Non mi diletto più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che è la carità incorruttibile. Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare anche voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole: credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero: egli è la bocca verace per mezzo della quale il Padre ha parlato in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo secondo la carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene. Se sarò rimesso in libertà, sarà segno che mi avete odiato.
GESUITI - Gesù dice: Non temete… Vi mostrerò chi temere; chi ha il potere di gettarci nella Geenna; dove venivano bruciate le immondizie, dove c’era il fuoco perpetuo lì attorno a Gerusalemme. Lì dobbiamo temere di buttare via la nostra vita, di buttare via la nostra vita, di rendere la nostra vita come immondizia, qualcosa che non val la pena di essere vissuta. Qualcosa che non ci rende contenti, non solo, qualcosa che va a guastare anche la vita degli altri. Questo è un passo forte perché è veramente il Signore che si fa prossimo, che si fa compagno del nostro cammino. Possiamo consegnare le nostre paure, riconoscere e consegnare. Se non le riconosciamo ci giocano comunque, ci dettano le cose da fare e da dire. Se le riconosciamo per lo meno un primo passo nella libertà di fronte alle nostre paure l’abbiamo fatto. Fondamentalmente, non dimenticatevi che il Signore vi ama, non dimenticatevi. E fa l'esempio dei passeri: Non si vendono cinque passeri per due soldi? Valgono poco. Eppure nemmeno uno di loro è dimenticato al cospetto di Dio. Anche la realtà che ai nostri occhi sembra valere poco, agli occhi di Dio vale molto. “Voi valete più di molti passeri”; come se Gesù ci invitasse a tornare su noi stessi avendo guadagnato lo sguardo di Dio su di noi, avendo guadagnato quello che è l'amore del Signore verso di noi. L'ipocrisia di cui parlava prima Gesù, ci vuol fare credere che la potenza è nei muscoli, nella forza e siamo chiamati a garantirci da noi stessi. Gesù dice che la vera potenza, la vera forza sta altrove. La nostra forza sta in questo Signore che non si dimentica neppure di un passero: Valete più, di molti passeri. Il motivo della nostra gioia non riposa in quello che facciamo, riposa, invece, nello sguardo del Signore su di noi. Questo ci regala la nostra verità, lì possiamo davvero riposare.
Antifona
RispondiEliminaSono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me.
Vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato
e ha consegnato se stesso per me. (Gal 2,19-20)
Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
che nella testimonianza dei santi martiri
edifichi il corpo mistico della tua Chiesa,
fa’ che la gloriosa passione,
che meritò a sant’Ignazio una corona immortale,
doni a noi protezione perenne.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Prima Lettura
Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 4,1-8
Fratelli, che diremo di Abramo, nostro progenitore secondo la carne? Che cosa ha ottenuto? Se infatti Abramo è stato giustificato per le opere, ha di che gloriarsi, ma non davanti a Dio.
Ora, che cosa dice la Scrittura? Abramo credette a Dio e ciò gli fu accreditato come giustizia.
A chi lavora, il salario non viene calcolato come dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in Colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia.
Così anche Davide proclama beato l’uomo a cui Dio accredita la giustizia indipendentemente dalle opere:
«Beati quelli le cui iniquità sono state perdonate
e i peccati sono stati ricoperti;
beato l’uomo al quale il Signore non mette in conto il peccato!».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 31 (32)
R. Tu sei il mio rifugio, Signore.
Oppure:
R. Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa
e coperto il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto
e nel cui spirito non è inganno. R.
Ti ho fatto conoscere il mio peccato,
non ho coperto la mia colpa.
Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»
e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato. R.
Rallegratevi nel Signore
ed esultate, o giusti!
Voi tutti, retti di cuore,
gridate di gioia! R.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. (Sal 32 (33), 22)
Alleluia.
Vangelo
Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 12,1-7
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:
«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.
Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.
Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
Parola del Signore.
PAROLA DI PAPI
RispondiEliminaLa persecuzione non è una contraddizione al Vangelo, ma ne fa parte: se hanno perseguitato il nostro Maestro, come possiamo sperare che ci venga risparmiata la lotta? Però, nel bel mezzo del turbine, il cristiano non deve perdere la speranza, pensando di essere stato abbandonato. Gesù rassicura i suoi dicendo: «Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati» (Mt 10,30). Come dire che nessuna delle sofferenze dell’uomo, nemmeno le più minute e nascoste, sono invisibili agli occhi di Dio. Dio vede, e sicuramente protegge; e donerà il suo riscatto. C’è infatti in mezzo a noi Qualcuno che è più forte del male, più forte delle mafie, delle trame oscure, di chi lucra sulla pelle dei disperati, di chi schiaccia gli altri con prepotenza…
Qualcuno che ascolta da sempre la voce del sangue di Abele che grida dalla terra.
Questo portare via la capacità di capire la rivelazione di Dio, di capire il cuore di Dio, di capire la salvezza di Dio - la chiave della conoscenza -, possiamo dire che è una grave dimenticanza. Si dimentica la gratuità della salvezza; si dimentica la vicinanza di Dio e si dimentica la misericordia di Dio. E quelli che dimenticano la gratuità della salvezza, la vicinanza di Dio e la misericordia di Dio, hanno portato via la chiave della conoscenza. Per loro Dio è quello che ha fatto la legge. E questo non è il Dio della rivelazione. Il Dio della rivelazione è Dio che ha incominciato a camminare con noi da Abramo fino a Gesù Cristo, Dio che cammina con il suo popolo. E quando si perde questo rapporto vicino con il Signore, si cade in questa mentalità ottusa che crede nell’autosufficienza della salvezza con il compimento della legge. La vicinanza di Dio. (Papa Francesco Omelia da Santa Marta, 19 ottobre 2017)
Dalla «Lettera ai Romani» di sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
RispondiEliminaSono frumento di Dio:
sarò macinato dai denti delle fiere
Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di raggiungere Dio. Sono frumento di Dio, e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore.
A nulla mi gioveranno i godimenti del mondo né i regni di questa terra. È meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il mio impero fino ai confini della terra. Io cerco colui che è morto per noi, voglio colui che per noi è risorto. È vicino il momento della mia nascita.
Abbiate compassione di me, fratelli. Non impeditemi di vivere, non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo e alle seduzioni della materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che io raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo. Lasciate che io imiti la passione del mio Dio. Se qualcuno lo ha in sé, comprenda quello che io voglio e mi compatisca, pensando all’angoscia che mi opprime.
Il principe di questo mondo vuole portarmi via e soffocare la mia aspirazione verso Dio. Nessuno di voi gli dia mano; state piuttosto dalla mia parte, cioè da quella di Dio. Non siate di quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo. Non trovino posto in voi sentimenti meno buoni. Anche se vi supplicassi, quando sarò tra voi, non datemi ascolto: credete piuttosto a quanto vi scrivo ora nel pieno possesso della mia vita. Vi scrivo che desidero morire.
Ogni mio desiderio terreno è crocifisso e non c’è più in me nessun’aspirazione per le realtà materiali, ma un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre». Non mi diletto più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che è la carità incorruttibile.
Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare anche voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole: credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero: egli è la bocca verace per mezzo della quale il Padre ha parlato in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo secondo la carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene. Se sarò rimesso in libertà, sarà segno che mi avete odiato.
GESUITI - Gesù dice: Non temete… Vi mostrerò chi temere; chi ha il potere di gettarci nella Geenna; dove venivano bruciate le immondizie, dove c’era il fuoco perpetuo lì attorno a Gerusalemme.
RispondiEliminaLì dobbiamo temere di buttare via la nostra vita, di buttare via la nostra vita, di rendere la nostra vita come immondizia, qualcosa che non val la pena di essere vissuta. Qualcosa che non ci rende contenti, non solo, qualcosa che va a guastare anche la vita degli altri.
Questo è un passo forte perché è veramente il Signore che si fa prossimo, che si fa compagno del nostro cammino.
Possiamo consegnare le nostre paure, riconoscere e consegnare.
Se non le riconosciamo ci giocano comunque, ci dettano le cose da fare e da dire.
Se le riconosciamo per lo meno un primo passo nella libertà di fronte alle nostre paure l’abbiamo fatto.
Fondamentalmente, non dimenticatevi che il Signore vi ama, non dimenticatevi. E fa l'esempio dei passeri: Non si vendono cinque passeri per due soldi? Valgono poco. Eppure nemmeno uno di loro è dimenticato al cospetto di Dio. Anche la realtà che ai nostri occhi sembra valere poco, agli occhi di Dio vale molto.
“Voi valete più di molti passeri”; come se Gesù ci invitasse a tornare su noi stessi avendo guadagnato lo sguardo di Dio su di noi, avendo guadagnato quello che è l'amore del Signore verso di noi. L'ipocrisia di cui parlava prima Gesù, ci vuol fare credere che la potenza è nei muscoli, nella forza e siamo chiamati a garantirci da noi stessi. Gesù dice che la vera potenza, la vera forza sta altrove.
La nostra forza sta in questo Signore che non si dimentica neppure di un passero: Valete più, di molti passeri.
Il motivo della nostra gioia non riposa in quello che facciamo, riposa, invece, nello sguardo del Signore su di noi. Questo ci regala la nostra verità, lì possiamo davvero riposare.
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